Roma, 28 ottobre 2025 – Un’analisi sulle potenzialità delle tecniche investigative moderne applicate a un caso storico di mafia è stata proposta da Luciano Garofano, ex comandante del Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS) di Parma, in riferimento all’omicidio di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Siciliana assassinato nel 1980. In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, Garofano ha spiegato come l’analisi del DNA su reperti materiali legati al delitto, come il guanto lasciato dagli assassini, avrebbe potuto offrire nuove piste, ma che all’epoca della tragedia investigare in questo modo era impossibile.
Le tecniche investigative negli anni ’80 e oggi
Garofano ha sottolineato che negli anni Ottanta non era possibile effettuare analisi di DNA, una metodologia nata solo a metà degli anni ’80 in Gran Bretagna e adottata in Italia solo dal 1990. Inoltre, ha ricordato che l’analisi dattiloscopica delle impronte all’interno di un guanto è praticamente inefficace, mentre oggi il sudore presente in un guanto potrebbe contenere tracce di DNA sufficienti a ricostruire un profilo genetico. Tuttavia, l’esperto evidenzia che il DNA si degrada col tempo e che la contaminazione è un rischio concreto, soprattutto considerando le modalità di repertamento e conservazione dei reperti di allora.
Garofano ha affermato: “Se oggi avessi quel guanto tra le mani, punterei sull’analisi del DNA all’interno, perché l’emotività del momento dell’omicidio può aumentare la quantità di sudore e quindi la possibilità di ottenere un profilo genetico confrontabile“. Inoltre, ha ricordato che in passato si usava il guanto di paraffina per rilevare i residui di sparo, tecnica ormai superata e meno efficace rispetto agli standard attuali.
Il mistero dell’omicidio di Piersanti Mattarella e il guanto sparito
L’omicidio di Piersanti Mattarella, avvenuto il 6 gennaio 1980, resta uno dei casi più complessi e controversi della storia italiana. Nonostante siano stati individuati i mandanti all’interno della cupola mafiosa, i nomi degli esecutori materiali non sono mai stati accertati con certezza. Un elemento che avrebbe potuto essere decisivo è il guanto abbandonato dai killer sull’auto usata per il delitto, ma questo reperto è inspiegabilmente sparito dall’archivio corpi di reato del tribunale di Palermo, privando la giustizia di un’importante fonte di prove.
Nel corso degli anni, diverse piste sono state percorse, tra cui quella neofascista, ma nessuna ha portato a una piena verità giudiziaria. Il fratello di Piersanti, Sergio Mattarella, attuale presidente della Repubblica, ha più volte sottolineato come il complesso di attività politiche e amministrative del fratello costituisse un motivo sufficiente per l’omicidio. Le parole di Garofano oggi riaccendono l’attenzione sull’importanza della conservazione e dell’analisi scientifica dei reperti, auspicando che tecnologie moderne possano ancora contribuire a fare luce su questo delitto rimasto in gran parte occultato.
Per approfondire: Omicidio Piersanti Mattarella, arrestato l’ex prefetto Piritore: “Fece sparire il guanto dei killer”



