L’ufficio del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha diffuso ieri sera una nota in cui esprime profondo rammarico per la morte di tre civili all’interno dell’unica chiesa cattolica di Gaza, colpita da un attacco delle Forze di Difesa Israeliane (IDF). Il comunicato è giunto in risposta a una specifica richiesta del Presidente americano Donald Trump, che aveva contattato il Premier israeliano in merito all’episodio.
Il comunicato dell’ufficio di Netanyahu sull’attacco alla Chiesa di Gaza
“Israele esprime profondo rammarico per il fatto che delle munizioni vaganti abbiano colpito la chiesa della Sacra Famiglia di Gaza”, si legge nella nota, che non è stata attribuita direttamente a Netanyahu. “Ogni vita innocente persa è una tragedia. Condividiamo il dolore delle famiglie e dei fedeli”, ha aggiunto il comunicato, esprimendo anche gratitudine a Papa Leone XIV per le sue “parole di conforto”.
L’Ambasciatore Peled: “Un Tragico Errore, i Terroristi Usano Scudi Umani”
Sulla vicenda è intervenuto anche l’ambasciatore di Israele in Italia, Jonathan Peled, in un’intervista al Corriere della Sera. “Siamo dispiaciuti, non era intenzionale. Ci siamo già scusati”, ha dichiarato Peled in riferimento all’attacco che ha causato tre morti e decine di feriti, incluso il parroco Gabriel Romanelli.
L’ambasciatore ha voluto chiarire la posizione israeliana: “Non abbiamo alcuna volontà di mettere in pericolo le istituzioni civili. Ma i terroristi sono ovunque, anche in edifici pubblici come scuole e, purtroppo, luoghi di culto. Usano i palestinesi come scudi umani. Le nostre forze stanno combattendo e rispondendo agli attacchi di Hamas. A volte riescono a colpire il punto esatto da cui provengono questi attacchi, ma altre volte, in maniera del tutto non intenzionale, non colpiscono i terroristi con precisione”.
Peled ha ribadito che si è trattato di un errore, affermando che “i nostri soldati stavano mirando un punto da cui erano stati bersagliati, un punto che si trova nelle vicinanze della chiesa, ma non l’hanno presa di mira deliberatamente. Purtroppo, queste a volte sono le conseguenze tragiche della guerra”. Ha poi sottolineato la difficile situazione che Israele sta vivendo, “e nessun altro Paese al mondo ha un nemico come Hamas”. L’ambasciatore ha voluto rimarcare i buoni rapporti con la popolazione cristiana e con il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, con cui Israele collabora per progetti di aiuto umanitario.
L’Intervento dell’Italia: Pizzaballa a Gaza
La vicenda ha immediatamente coinvolto anche la diplomazia italiana. L’ambasciatore Peled ha riferito di un colloquio tra il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar e il suo omologo italiano Antonio Tajani. In quella conversazione, Sa’ar avrebbe spiegato che l’attacco è stato “probabilmente un errore” e che Israele è dispiaciuta e sta conducendo un’indagine, i cui risultati saranno condivisi.
Da parte sua, il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha dichiarato di essere “in contatto con il Cardinale Pizzaballa che, assieme al patriarca Teofilo, sta entrando a Gaza con un carico di 500 tonnellate di aiuti per la popolazione civile”. Tajani ha poi lanciato un appello per un’immediata de-escalation: “Il governo italiano chiede a Israele di interrompere le azioni militari e di garantire in maniera totale la sicurezza dei due inviati nella loro importante missione”.
Concludendo, il titolare della Farnesina ha ribadito la necessità di una svolta diplomatica: “Israele e Hamas devono raggiungere un cessate il fuoco, la guerra a Gaza deve cessare, bisogna scegliere definitivamente la via del negoziato diplomatico per interrompere gli attacchi che coinvolgono la popolazione civile, per liberare tutti gli ostaggi israeliani, per far entrare al più presto gli aiuti necessari”.
Un appello urgente per la pace è giunto anche da Papa Leone XIV, che ha contattato telefonicamente il patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, per esprimere la sua profonda preoccupazione e condanna per le continue stragi nella Striscia di Gaza.






