Milano, 31 dicembre 2025 – La vicenda di Aurora Livoli, la giovane di 19 anni trovata senza vita in un cortile di via Paruta a Milano lo scorso 29 dicembre, continua a scuotere l’opinione pubblica e le autorità. Originaria di Roma ma cresciuta a Monte San Biagio (Latina), Aurora era scomparsa da quasi due mesi, dopo un periodo di allontanamenti volontari dalla famiglia residente a Fondi. Le indagini coordinate dalla procura di Milano si concentrano su un possibile omicidio, mentre emergono nuovi dettagli sulla vita e le ultime ore della ragazza, immortalate dalle telecamere di sorveglianza.
Le ultime ore di Aurora Livoli e il ritrovamento del corpo
Il corpo di Aurora è stato rinvenuto all’alba del 29 dicembre nelle vicinanze di un condominio nella periferia Nord di Milano, precisamente in via Paruta. La giovane era seminuda, priva di intimo e calze, e presentava sul collo e sul volto lividi che fanno sospettare una morte violenta. Gli investigatori ipotizzano che il decesso possa essere avvenuto in un appartamento, per poi essere stato seguito dall’abbandono del corpo sul luogo del ritrovamento. L’autopsia, svolta il 31 dicembre, è stata richiesta per chiarire le cause precise del decesso.
Le immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza mostrano Aurora camminare in modo apparentemente tranquillo insieme a un ragazzo, un giovane alto con capelli ricci e giubbotto scuro, che si allontana poi da solo dal cortile. Gli inquirenti sono alla ricerca dell’uomo, figura chiave nel caso.
Chi era Aurora Livoli
Aurora Livoli era nata a Roma e adottata a sei anni da una famiglia benestante residente nella frazione Salto Covino di Fondi. Diplomata all’Itis “Pacinotti” di Fondi, istituto che comprende anche la sede di Santi Cosma e Damiano – tristemente nota per il caso del 14enne Paolo Mendico, vittima di bullismo e suicida – Aurora aveva intrapreso gli studi universitari in Chimica, senza però frequentare regolarmente.
Chi la conosceva la descriveva come una ragazza intelligente, ma con un profondo disagio interiore. Il suo profilo Instagram, attivo fino al 2024, rivelava messaggi inquietanti come “Ho Lucifero dentro di me” e “Troppo tempo per pensare fa pensare male”, accompagnati da video e canzoni di artisti preferiti. Dopo la maturità, Aurora si era allontanata più volte da casa, spesso diretta a Milano, città che per lei era diventata un punto di riferimento ma anche una fonte di preoccupazione per i genitori, che temevano potesse frequentare cattive compagnie.
L’ultimo contatto telefonico con la famiglia risale al 26 novembre 2025, quando la ragazza rassicurò i genitori dicendo di stare bene ma affermò con fermezza di non voler tornare a casa. Il padre Ferdinando, titolare di un laboratorio odontotecnico a Monte San Biagio, aveva sporto denuncia di scomparsa il 10 dicembre, preoccupato per il silenzio prolungato della figlia.
Le indagini e il coinvolgimento della famiglia
Dopo la diffusione delle immagini da parte della procura e dei carabinieri, i genitori adottivi di Aurora hanno riconosciuto la figlia dalla camminata e dai tratti del volto. La famiglia, composta anche da un architetto e da uno zio consigliere comunale, ha espresso profondo dolore e smarrimento, dichiarando di non riuscire a comprendere cosa sia accaduto.
Massimo Basile, lo zio di Aurora, ha raccontato che la ragazza era partita senza soldi né effetti personali, in un allontanamento descritto come “quasi romantico” e privo di litigi o problemi evidenti. La famiglia aveva persino valutato di ricorrere a un investigatore privato per seguire i suoi spostamenti, ma la tragedia ha interrotto ogni possibilità di chiarimento.
Gli inquirenti stanno analizzando i dati del telefono di Aurora e ascoltando testimoni per ricostruire le ultime ore di vita. La pista più accreditata è quella di un contesto di disagio giovanile, con la giovane potenzialmente ospite di “amici di strada” anch’essi in difficoltà.






