Palermo, 3 agosto 2025 – Restano ancora molti interrogativi sulla tragica morte di Simona Cinà, ventenne pallavolista palermitana, avvenuta durante una festa in piscina a Bagheria, in provincia di Palermo. La giovane, studentessa universitaria e atleta della società Acg Beach, è stata trovata priva di vita nel corso di una serata dedicata ai festeggiamenti per una laurea. Le indagini, coordinate dalla Procura di Termini Imerese e dai carabinieri, sono in corso e si concentrano su numerosi aspetti ancora oscuri dell’accaduto.
Le prime ricostruzioni e il mistero del party in piscina
Simona era tra gli invitati a una festa organizzata in una villa privata, affittata per l’occasione. La serata, secondo le testimonianze, si svolgeva con musica, balli e bevande alcoliche, come annunciato dagli organizzatori tramite messaggi WhatsApp nei giorni precedenti, dove si parlava addirittura di “serata alcolica” e si invitava a portare il costume da bagno. Tuttavia, al momento del ritrovamento del corpo di Simona, i familiari e il loro legale hanno denunciato alcune incongruenze inquietanti: “Non abbiamo trovato i vestiti di mia sorella, ma solo le scarpe”, racconta la sorella gemella Roberta Cinà, mentre il padre Luciano sottolinea come la piscina fosse pulita e intorno non ci fossero tracce di alcolici, solo bottiglie d’acqua raccolte in buste di plastica, quasi che qualcuno avesse tentato di ripulire la scena dopo la tragedia.
La giovane atleta è stata trovata a bordo piscina, indossando solo il costume, coperta da un telo. Secondo la ricostruzione, intorno alle 3.20 la migliore amica l’ha lasciata in compagnia di altri ragazzi, e solo alle 4.10 è stata lanciata la prima chiamata di emergenza. L’intervento del 118 è avvenuto entro pochi minuti, ma ogni tentativo di rianimazione è risultato vano. Il medico legale ha rilevato segni di compressione sul petto della ragazza, probabilmente dovuti ai tentativi di soccorso.
Richiesta di chiarezza e dubbi sulle indagini
La famiglia Cinà, rappresentata dall’avvocato Gabriele Giambrone, ha espresso forti dubbi sulla gestione della scena del crimine. “È anomalo che la villa non sia stata sequestrata e che la consolle sia stata rimossa poche ore dopo perché la villa doveva essere affittata di nuovo”, ha spiegato il legale. Inoltre, la sparizione degli alcolici e l’assenza di vestiti della vittima hanno alimentato sospetti sul fatto che qualcuno abbia cercato di cancellare le tracce di quanto accaduto.
La madre Giusy, tra le lacrime, chiede solo una cosa: “Voglio sapere cosa è successo a mia figlia, perché è morta”. Il padre aggiunge: “Mia figlia era una sportiva, un pesce in acqua, non beveva e non si drogava. Non è possibile morire così giovane senza una spiegazione”.
Le autorità hanno disposto l’autopsia presso il reparto di medicina legale del Policlinico di Palermo, esame fondamentale per accertare le cause del decesso. Intanto, i carabinieri continuano ad ascoltare i testimoni e a raccogliere elementi utili a fare luce su un caso che, a quasi due anni di distanza dall’accaduto, resta avvolto nel mistero.
I dettagli più inquietanti: il buco temporale e il sangue in piscina
Uno degli aspetti più controversi riguarda il cosiddetto “buco di 50 minuti” tra l’ultimo messaggio inviato da Simona e l’intervento dei soccorsi. Nel video pubblicato su Instagram poco prima della festa, uno degli amici afferma di essere “già ubriaco”, ma la giovane sembrava serena. Nessuno avrebbe notato immediatamente il malore o il decesso, che si presume siano avvenuti proprio in piscina.
Il fatto che il giardino e la piscina fossero perfettamente in ordine, le bottiglie d’acqua raccolte e l’assenza di alcolici, sono elementi che fanno pensare a una pulizia postuma della scena. Inoltre, il ritrovamento di tracce di sangue, probabilmente appartenenti a un giovane presente, ha spinto gli inquirenti a effettuare esami del DNA per chiarire ogni dubbio.
La famiglia, sostenuta dal legale, continua a chiedere verità e trasparenza, affinché si possa finalmente dare un nome alle cause della morte di Simona Cinà, ragazza amata e ricordata come una giovane solare, dedita allo sport e agli studi, la cui scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile.






