Milano, 10 settembre 2025 – L’Università Statale di Milano è al centro di una nuova mobilitazione studentesca, con l’occupazione dei suoi spazi in segno di solidarietà verso la Global Sumud Flotilla, la flotta di navi impegnata a portare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. L’iniziativa è nata dopo il secondo attacco subito da un’imbarcazione della spedizione nella serata di ieri, alimentando così un coro crescente di adesioni e proteste in varie città italiane.
L’occupazione studentesca alla Statale di Milano: un presidio permanente

Nel cortile centrale dell’ateneo milanese sono state installate numerose tende e un gazebo, simboli ormai riconosciuti delle mobilitazioni studentesche. L’azione, promossa da collettivi universitari come Cambiare Rotta e gruppi di attivisti provenienti dal centro sociale Cantiere e dall’associazione Gaza Free Style, si distingue per la sua durata indefinita, con la promessa di rimanere “a oltranza”.
Elisa, portavoce del collettivo Cambiare Rotta, sottolinea che la scelta dell’occupazione nasce da una profonda insoddisfazione verso il silenzio istituzionale e la mancata presa di posizione della rettrice dell’Università Statale. “Crediamo che la Statale non possa più aspettare e che sia necessario che la nostra rettrice prenda posizione a sostegno della Flotilla, che è la missione umanitaria d’iniziativa popolare più importante della storia contemporanea”, ha dichiarato.
Il presidio, caratterizzato da molte bandiere palestinesi, si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazioni studentesche a livello nazionale. Dopo Padova, anche a Milano si è registrata una vera e propria “intifada studentesca”, con l’occupazione di spazi universitari e la richiesta esplicita di rescissione degli accordi economici con università israeliane, in particolare con quelle che collaborano con l’esercito, come la Reichman University.
Solidarietà in crescita e minaccia di sciopero generale
La protesta studentesca si colloca in una rete più ampia di supporto alla Global Sumud Flotilla, che vede coinvolti anche i lavoratori portuali, pronti a indire uno sciopero generale qualora la flotta dovesse subire ulteriori attacchi o blocchi. L’azione congiunta di studenti e lavoratori rappresenta una risposta forte e determinata alle violenze che colpiscono la missione umanitaria.
Nel chiostro principale della Statale, circa cinquanta tende accolgono studenti e attivisti, mentre dalla balconata pende una lunga bandiera palestinese, visibile simbolo di una protesta che ha assunto un carattere sempre più inclusivo e partecipato. L’adesione si estende anche a non studenti, che si uniscono portando sostegno materiale e morale.
Le nuove generazioni vedono nella mobilitazione un modo concreto per opporsi a quella che definiscono una “catastrofe umanitaria” e denunciano, attraverso diverse voci, il linguaggio mediatico che tende a sminuire la gravità degli eventi. Come sottolineano alcuni esponenti degli attivisti, i social media hanno cambiato radicalmente la percezione e la reattività alle notizie di Gaza, rendendo impossibile ignorare le atrocità in corso.
Questa nuova ondata di protesta si prepara a proseguire nei prossimi giorni, con appuntamenti pubblici e nuove occupazioni, tra cui quella annunciata al Politecnico di Milano, a conferma di come la solidarietà verso Gaza stia assumendo un rilievo crescente nel dibattito pubblico universitario italiano.






