Milano, 3 novembre 2025 – Un’intensa giornata di mobilitazione civile si è svolta oggi in Piazza della Scala, cuore pulsante della città, dove un mare di bandiere gialloblù ha illuminato il presidio dedicato ai bambini ucraini deportati in Russia. L’iniziativa, promossa dalle associazioni ucraine in Lombardia e sostenuta da numerosi cittadini e realtà civiche, ha voluto richiamare l’attenzione sull’emergenza dei minori sottratti dalle zone occupate e sottoposti a programmi di rieducazione volti a cancellare la loro cultura d’origine, con la ferma richiesta: “Riportiamoli tutti a casa”.
Il presidio a Milano e la solidarietà delle istituzioni

La manifestazione ha visto la partecipazione di rappresentanti di spicco del panorama politico italiano, a testimonianza di una solidarietà trasversale e condivisa. Tra i presenti, Elena Buscemi, presidente del Consiglio comunale di Milano, Mariastella Gelmini, ministra degli Affari regionali, Benedetto Della Vedova di +Europa, il senatore Ivan Scalfarotto, Francesco Ascioti di Azione, Michela Palestra, consigliera regionale dei Civici, e Francesco Rocca di Fratelli d’Italia.
Gli organizzatori hanno sottolineato che si tratta di “una battaglia che riguarda l’umanità intera”, ricordando che ogni bambino ha il diritto fondamentale di crescere nella propria casa, nella propria lingua e cultura. L’appello lanciato da Milano si inserisce in un contesto internazionale di crescente preoccupazione per la sorte dei minori coinvolti nel conflitto tra Russia e Ucraina.
Il contesto internazionale e le iniziative diplomatiche
Secondo stime recenti del Parlamento Europeo, sarebbero circa 20mila i bambini ucraini deportati o trasferiti forzatamente in Russia e Bielorussia dall’inizio dell’invasione russa. In questo scenario, sono emersi segnali di dialogo diplomatico grazie a un “canale diretto” aperto tra Melania Trump e Vladimir Putin, annunciato in modo inatteso dalla first lady statunitense. In base alle sue dichiarazioni, negli ultimi giorni otto bambini ucraini rapiti sono stati rimpatriati in Ucraina, un piccolo ma significativo passo nel tentativo di riportare i minori separati dalle famiglie durante la guerra.
Melania Trump ha evidenziato che il presidente russo ha mostrato “disponibilità” a trattare direttamente con lei per il rimpatrio dei bambini, aprendo così una linea di comunicazione dedicata a questa delicata questione umanitaria, che coinvolge migliaia di minori.
La comunità ucraina e le radici culturali
Gli ucraini, gruppo etnico di origine slava orientale con una popolazione stimata tra i 44 e i 47 milioni di individui, rappresentano una delle maggiori comunità d’Europa. La loro storia è segnata da influenze culturali e politiche complesse, con radici profonde nella Rus’ di Kiev e nel cristianesimo ortodosso. La lingua ucraina, lingua slava dell’est, è un elemento fondante dell’identità nazionale, strettamente legata alla cultura di questo popolo che ha subito numerose dominazioni e tentativi di assimilazione nel corso dei secoli.
L’emergenza attuale dei bambini deportati non è solo una questione politica ma anche culturale, poiché mira a sottrarre alle nuove generazioni la loro eredità e le loro radici nella terra d’origine, facendo del presidio di Milano un momento di grande rilevanza simbolica e civile per la difesa dei diritti umani e della dignità culturale.






