Milano, 22 agosto 2025 – Il Tribunale del Riesame di Milano ha annullato la misura degli arresti domiciliari disposta nei confronti di Manfredi Catella, storico amministratore delegato e fondatore di Coima Sgr, coinvolto nell’inchiesta sull’urbanistica milanese che ha travolto anche esponenti del Comune e professionisti legati a progetti di rigenerazione urbana.
Revoca degli arresti domiciliari a Manfredi Catella
Il provvedimento di annullamento è stato comunicato oggi, ma le motivazioni dettagliate saranno depositate entro 45 giorni. Catella, noto come il “re del mattone” milanese per la sua influenza nel disegno di quartieri come Porta Nuova, Garibaldi e Isola, non è stato sottoposto ad alcuna interdizione professionale, a differenza degli altri indagati. Questa decisione sembra collegata alla sua rinuncia alle cariche societarie connesse alla Pubblica Amministrazione.
Il Tribunale del Riesame ha così accolto il ricorso presentato dall’avvocatura difensiva, dopo che nelle settimane precedenti erano state disposte analoghe revoche o sospensioni per altri indagati di rilievo, tra cui l’ex assessore comunale all’Urbanistica, Giancarlo Tancredi, e il presidente della Commissione Paesaggio, Giuseppe Marinoni. Per questi ultimi è stata invece disposta una misura interdittiva di un anno.
Dettagli e accadimenti dell’inchiesta
L’inchiesta, coordinata dal gip Mattia Fiorentini, riguarda presunte ipotesi di corruzione, false dichiarazioni e induzione indebita a promettere utilità, tutte contestazioni legate a progetti urbanistici strategici per Milano. Tra gli indagati figurano anche l’architetto Alessandro Scandurra e i costruttori Federico Pella e Andrea Bezziccheri, quest’ultimo l’unico finito in carcere, ma recentemente scarcerato con l’annullamento della misura cautelare.
La complessità delle accuse ha portato gli avvocati difensori a presentare articolati ricorsi, sottolineando errori e equivoci nelle contestazioni, come nel caso di Catella che ha negato ogni coinvolgimento diretto con l’architetto Scandurra e ha definito “manifestamente errate” le accuse di corruzione. Al centro delle contestazioni c’è anche il progetto “Pirellino”, per il quale la Procura ipotizzava pressioni indebite esercitate da Catella e altri su dirigenti comunali, tra cui l’allora assessore Tancredi e il sindaco Beppe Sala, senza però riscontrare elementi per la custodia.
La decisione del Riesame segna un nuovo sviluppo nel caso che ha acceso i riflettori sulle dinamiche dell’urbanistica milanese, ma restano aperti i procedimenti e le analisi giudiziarie nelle prossime settimane.






