Milano, 10 dicembre 2025 – È stata emessa la sentenza definitiva nel processo contro Pietro Federico Crotti, 47 anni, condannato all’ergastolo per l’omicidio pluriaggravato della madre, Piera Stefanina Riva, 75enne. La Corte d’Assise di Milano, presieduta da Antonella Bertoja, ha accolto la richiesta del pubblico ministero Giancarla Serafini, rigettando le attenuanti e riconoscendo la premeditazione nell’atto criminoso.
Il delitto e la messinscena
La vicenda risale alla notte tra il 12 e il 13 gennaio scorso, quando Crotti strangolò la madre con una cintura all’interno dell’appartamento di via Wildt, nel quartiere Lambrate. L’uomo aveva tentato di inscenare un incidente domestico, simulando che la madre fosse morta a causa di una caduta accidentale. Prima di chiamare i soccorsi, però, Crotti aveva ripreso con il cellulare immagini e video del corpo della donna, fingendo espressioni di affetto e raccontando una versione falsa ai soccorritori e alle forze dell’ordine.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile, hanno fatto emergere dettagli inquietanti: Crotti, noto per i suoi problemi di droga e alcol e con precedenti per maltrattamenti, aveva preparato accuratamente un alibi. In un video del dicembre precedente, cercava di giustificare la morte della madre attribuendola all’assunzione di farmaci. Inoltre, dieci giorni prima dell’omicidio, aveva riscattato la polizza vita dell’anziana. Dopo la morte, l’uomo aveva effettuato un prelievo di 30mila euro dal conto della madre, che aveva poi trasferito su un suo conto personale.
L’ergastolo
Durante il processo, Crotti, difeso dall’avvocato Carmelo Scambia, era presente in aula ma non ha rilasciato dichiarazioni. In un precedente interrogatorio aveva parlato di un raptus, ma intercettazioni ambientali e telefoniche lo hanno incastrato. In una conversazione captata da una cimice nella sua auto, infatti, confessava l’omicidio e lo strangolamento della madre a un amico.
La Corte ha disposto, tra le misure accessorie, la sospensione della potestà genitoriale sulle due figlie di Crotti. Inoltre, sono stati confiscati tutti i suoi beni, ad eccezione dell’appartamento di via Wildt, luogo del delitto, che sarà restituito agli eredi legittimi. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 60 giorni.
Il caso ha suscitato particolare attenzione per la crudeltà del gesto e per la dinamica della messinscena, che ha visto il figlio trasformarsi in un macabro regista di falsi video alibi. Le indagini hanno evidenziato un quadro di violenza domestica protratta nel tempo, con numerosi interventi delle forze dell’ordine per i continui litigi tra madre e figlio.






