Milano, 3 novembre 2025 – In Piazza della Scala si è tenuto un presidio dedicato ai bambini ucraini sottratti dalle zone occupate durante il conflitto con la Russia. L’iniziativa, intitolata “Riportiamoli tutti a casa”, ha visto la partecipazione di rappresentanti della società civile e politica, che hanno espresso con forza la necessità di un impegno internazionale per il ritorno dei minori sottratti e hanno posto l’accento sulla tematica della difesa nazionale e internazionale.
Il presidio per i bambini ucraini: voci e appelli

Al centro dell’evento, oltre ai numerosi striscioni e bandiere, tre interventi rappresentativi hanno ribadito l’urgenza di mobilitarsi per i bambini ucraini deportati in Russia. Francesco Ascioti ha richiamato l’attenzione sulla gravità della situazione: “Siamo qui questa sera per rinnovare l’attenzione della comunità milanese, e speriamo italiana, sul tema dei bambini ucraini deportati in Russia da Putin, privati della loro identità per diventare soldati di Putin. È una cosa inaccettabile. Centinaia di migliaia di bambini: tutta la comunità internazionale si deve mobilitare per questi bambini”.
Alessandro Di Tocco, rappresentante dell’associazione UAMI (Ucraini a Milano), ha denunciato il destino di molti minori, sottolineando come “di molti bambini purtroppo non si sa nulla: deportati, documenti cambiati, adottati da famiglie russe che cercano di cancellarne l’identità”. La sua posizione è chiara: “L’unico modo per fermare la Russia è con le armi: è il linguaggio che la Russia comprende. Difendersi significa anche difendersi con gli strumenti necessari”.
Ivan Scalfarotto: difesa e identità culturale
Tra gli interventi più attesi, quello di Ivan Scalfarotto, politico italiano con una lunga esperienza come sottosegretario di Stato in diversi governi e attivista per i diritti civili, che ha inquadrato il fenomeno della deportazione dei minori ucraini in termini sia culturali sia di sicurezza nazionale. Scalfarotto ha affermato: “Putin e il suo regime pensano che l’Ucraina non esista, che la sua lingua e la sua cultura non debbano esistere. Noi non possiamo essere vasi di coccio in mezzo a vasi di ferro: è giusto difendersi, investire nella difesa e continuare a sostenere l’Ucraina, che rappresenta un baluardo dei valori democratici”.
Ha inoltre sottolineato l’importanza di una scelta determinata di fronte a un vicino ostile che conduce guerre ibride non solo contro l’Ucraina ma anche contro l’Europa e l’Italia: “Con un vicino ostile che conduce guerre ibride anche contro di noi, dobbiamo decidere se vogliamo preservare le nostre libertà”. Le parole di Scalfarotto riflettono il suo impegno politico e l’esperienza maturata in ruoli di governo, evidenziando l’importanza di un approccio deciso alla difesa nazionale e internazionale, soprattutto in un contesto di tensioni geopolitiche così delicate.
Fonte: alanews - Milano, Scalfarotto su difesa: "Non possiamo essere vasi di coccio in mezzo a vasi di ferro"






