Palermo, 3 ottobre 2025 – Oggi, in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, si rinnova il ricordo delle 368 persone migranti che persero la vita nel tragico naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, una delle più gravi catastrofi marittime del Mediterraneo del XXI secolo. La commemorazione si svolge a Lampedusa con una marcia culminata nella deposizione di una corona presso la Porta d’Europa, simbolo di accoglienza e speranza, per onorare le vittime di quell’evento drammatico e tutte le persone scomparse in mare durante i loro tentativi di attraversamento.
La memoria di Lampedusa e il richiamo all’umanità
Il naufragio del 2013, avvenuto a pochi chilometri dall’Isola dei Conigli, coinvolse un peschereccio libico con a bordo principalmente migranti eritrei ed etiopi. Le imbarcazioni civili e i pescherecci locali riuscirono a soccorrere 155 superstiti, ma 368 persone persero la vita, molte delle quali bambini e minori non accompagnati. L’evento portò alla luce non solo la tragedia umana, ma anche le difficoltà e le criticità legate ai soccorsi con dubbi sui tempi di intervento della Guardia Costiera. Nel corso degli anni, le operazioni di recupero delle salme e il lavoro di identificazione sono stati difficili, ma fondamentali per restituire dignità alle vittime e alle loro famiglie.
Il presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro, ha sottolineato l’importanza di superare la logica dei numeri per mettere al centro le persone, ribadendo che “l’umanità è l’unico fattore che conta e che può aiutare la comunità internazionale e i media a focalizzarsi sulle persone”. Valastro ha inoltre evidenziato la necessità di una risposta globale, costruita sulle esigenze delle persone migranti per evitare il ripetersi di tragedie simili. Nel 2024, come riportato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), sono stati registrati 8.938 morti lungo le rotte migratorie, di cui 2.452 nel Mediterraneo, con una drammatica incidenza di vittime minorenni.

Iniziative e impegno per l’accoglienza e i diritti
La Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, istituita nel 2016 a tre anni dalla tragedia, rappresenta un momento di riflessione e di impegno civile. Il Centro Astalli, ente dei gesuiti che si occupa di accoglienza ai migranti, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di attivare vie legali per garantire l’accesso alla protezione internazionale, superando così le condizioni che alimentano il traffico di esseri umani. Il presidente del Centro, p. Camillo Ripamonti, ha evidenziato come la memoria di Lampedusa si intrecci con le attuali crisi umanitarie e la necessità di contrastare l’indifferenza globale, ricordando che le persone in fuga da guerre e persecuzioni meritano di essere accolte con dignità e non solo soccorse.
Sull’isola, il Comitato 3 ottobre continua con il proprio lavoro di sensibilizzazione, dialogo e formazione rivolto a scuole, studenti e istituzioni in tutta Europa. Nato dopo il naufragio, il Comitato promuove percorsi di inclusione, costruzione di memoria e sostegno a chi attraversa il Mediterraneo, ricordando non solo le vittime del 2013 ma tutte le persone migranti che ogni anno affrontano pericoli estremi. L’iniziativa di oggi si lega anche a espressioni di solidarietà internazionale, con particolare attenzione alla situazione del popolo palestinese, integrando così la memoria con un appello alla giustizia e alla pace globale.
Lampedusa, simbolo di accoglienza e di tragedia, continua a essere un luogo di riflessione profonda, dove si intrecciano storie di dolore, speranza e impegno civico a favore dei diritti umani. La giornata odierna ribadisce la centralità della tutela della vita e della dignità di ogni persona, invitando istituzioni e cittadini a mantenere viva la memoria e a lavorare per un’accoglienza basata sull’umanità e sulla solidarietà.






