Gallarate, 30 novembre 2025 – Nel pomeriggio odierno, un centinaio di militanti del Comitato Remigrazione e Riconquista, organizzazione di estrema destra, si sono radunati in piazza Garibaldi a Gallarate, in provincia di Varese, per un presidio a favore della cosiddetta “remigrazione”, ovvero il rimpatrio coatto degli immigrati. L’evento si è svolto sotto un massiccio dispositivo di sicurezza, con la piazza blindata dalle forze dell’ordine.
Il presidio di estrema destra a Gallarate e le motivazioni

Il Comitato promotore, che include Casapound Italia e Rete dei Patrioti, ha convocato la manifestazione in seguito a un grave episodio di cronaca locale: la scorsa settimana un cittadino di origine gambiana è stato accusato di una violenza sessuale su una donna di 53 anni proprio a Gallarate. Questo fatto è stato assunto come motivo scatenante per il presidio, che si è svolto nello stesso luogo dove a maggio si era tenuto il Remigration Summit, un incontro internazionale di gruppi di estrema destra europei che promuovono la politica della remigrazione.
Durante il presidio, i manifestanti si sono posizionati dietro uno striscione con la scritta “Remigrazione”, sventolando bandiere tricolori e intonando slogan di matrice neofascista alternati all’inno nazionale. Nonostante la presenza di alcuni contestatori antifascisti, l’evento si è concluso senza incidenti di rilievo, fatta eccezione per alcune tensioni sfociate in discussioni verbali al termine del presidio.
La reazione della città e l’opposizione politica
In città non è mancata la risposta delle forze politiche e associative contrarie alla manifestazione. I Verdi di Gallarate hanno lanciato un appello per una contro-manifestazione, invitando la politica locale, le associazioni e la società civile a scendere in piazza per contrastare quella che definiscono una “deriva xenofoba”. Il consigliere di minoranza Massimo Gnocchi ha espresso indignazione per l’uso strumentale della parola “remigrazione” legata all’episodio di violenza, sottolineando l’inadeguatezza di tale collegamento.
Il dibattito si inserisce in un contesto più ampio, in cui il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, esponente della Lega, ha più volte dichiarato il proprio sostegno al concetto di remigrazione, rafforzando così l’attrattiva di questo tema per l’ala destra del centrodestra. Tuttavia, la mobilitazione antifascista locale appare frammentata rispetto alla risposta più compatta registrata a maggio durante il Remigration Summit, quando centinaia di persone avevano partecipato a manifestazioni di opposizione in città e nei dintorni.
Parallelamente, a livello regionale e nazionale, si registra una crescente tensione attorno a queste iniziative. A Brescia, ad esempio, il comitato “Io accolgo” e l’Assemblea permanente antifascista hanno già annunciato la volontà di organizzare contromanifestazioni per respingere la propaganda di gruppi di estrema destra come il Comitato Remigrazione e Riconquista, che continua a estendere la propria rete su tutto il territorio italiano, promuovendo raccolte firme per una legge popolare sulla remigrazione.
Il confronto resta acceso e rappresenta un ulteriore segnale delle divisioni politiche e sociali che attraversano la Lombardia e, più in generale, il Paese, sull’immigrazione e sulle politiche di integrazione.






