Roma, 26 agosto 2025 – Un centinaio di manifestanti si sono radunati oggi pomeriggio al Pantheon di Roma per un sit-in di protesta contro la partita di calcio in programma l’8 settembre tra Italia e Israele. La manifestazione si è svolta in un clima di forte tensione, con slogan e striscioni che hanno espresso un deciso dissenso verso l’incontro sportivo, considerato da alcuni come un gesto di legittimazione politica.
La protesta al Pantheon: messaggi e richieste dei manifestanti
Tra gli striscioni più visibili spiccavano le scritte “Silenzio quando i bambini dormono, non quando muoiono” e “Israele fuori dai giochi”, accompagnati da cartelloni con messaggi come “La pace è la vera rivoluzione”, “Diamo un calcio all’apartheid”, “No sporting match with Israel” e “Stop the game”.
I manifestanti, attraverso i loro rappresentanti, hanno dichiarato: “È inaccettabile che l’Italia giochi due partite contro lo Stato occupante israeliano che sta commettendo un genocidio in Palestina, noi italiani non vogliamo essere associati con questo”, ha affermato Anwaar, una delle portavoce del gruppo. Antonella, un’altra attivista presente, ha aggiunto: “Israele deve essere isolato da tutti i campi, quello economico, commerciale, culturale e anche da quelli sportivi, perché non possiamo giocare contro una squadra che rappresenta uno Stato terrorista”.
Tra le richieste più forti dei manifestanti c’è quella rivolta al Ministro dello Sport, che viene esortato a non permettere l’ingresso in Italia a tifosi israeliani e riservisti, in un appello che sottolinea il carattere politico della protesta: “Ministro Abodi, non accettiamo che tifosi israeliani e riservisti vengano in Italia”, hanno scandito i presenti.
Contesto e implicazioni della partita Italia-Israele
La partita tra i due Paesi, che si svolgerà in uno scenario sportivo e diplomatico già sensibile, ha sollevato controversie a causa del conflitto israelo-palestinese tuttora irrisolto. Israele, uno Stato del Medio Oriente, è coinvolto da decenni in una complessa situazione geopolitica che interessa anche la comunità internazionale. L’incontro sportivo viene visto da alcuni come un possibile veicolo di normalizzazione politica, mentre altri lo considerano un gesto che ignora le sofferenze e le controversie legate alla questione palestinese.
L’iniziativa del sit-in romano si inserisce in un più ampio dibattito che coinvolge non solo il mondo dello sport ma anche quello politico e sociale, con numerose voci che chiedono una presa di posizione più netta da parte delle istituzioni italiane. La protesta al Pantheon ha quindi rappresentato un momento di forte mobilitazione civile, espressione di un sentimento critico verso la partecipazione dell’Italia a un evento che, per alcuni, potrebbe mettere in secondo piano questioni di diritti umani e giustizia internazionale.
Il clima resta quindi di attesa e attenzione in vista dell’8 settembre, quando il confronto in campo tra Italia e Israele avrà luogo, mentre la protesta fuori dallo stadio continua a essere espressione di un dissenso profondo e articolato.
Fonte: Marco Vesperini - Italia-Israele, a Roma un sit-in contro la partita di calcio dell'8 settembre





