Milano, 26 settembre 2025 – Una manifestazione di protesta a sostegno del popolo palestinese ha provocato un blocco di Cargo City dell’aeroporto internazionale Milano-Malpensa “Silvio Berlusconi”, uno dei principali scali italiani e hub intercontinentale situato tra i comuni di Somma Lombardo e Ferno in provincia di Varese. L’iniziativa, organizzata da Cub e Usb in concomitanza con uno sciopero del settore aereo, ha visto i manifestanti occupare la rotonda e impedire l’accesso ai mezzi pesanti destinati al trasporto merci.
Manifestazione e motivazioni
Il corteo, partito dal Terminal 1 di Malpensa, ha raggiunto l’ingresso dell’area Cargo City, bloccando con slogan come “non un chiodo per Israele” l’accesso agli hangar. Le forze dell’ordine hanno prontamente isolato la zona, deviando i tir in arrivo e impedendo l’ingresso dei mezzi pesanti.
Renzo Canavesi, portavoce della Cub, ha dichiarato: “Stiamo bloccando il transito dei camion alla Cargo City di Malpensa e lo faremo almeno fino alle 14. Chiediamo maggiori tutele per i lavoratori e al Governo chiediamo di non aumentare la spesa militare”. Canavesi ha inoltre sottolineato come l’apertura a giugno di un nuovo ufficio dell’aeronautica militare a Malpensa, destinato a facilitare il transito di materiale bellico, anche verso Israele, sia motivo di forte critica. Ha evidenziato la contraddizione tra l’aumento degli investimenti militari e la crisi del sistema sanitario italiano, che necessita di maggiori risorse.
Anche Silvio Pistoia, portavoce Usb, ha spiegato che la protesta nasce dalla necessità di difendere i diritti dei lavoratori e sbloccare gli stipendi in un contesto di carichi di lavoro in crescita esponenziale. Inoltre, ha ribadito: “Siamo qui per sostenere la Flottilia contro il genocidio di Gaza. Da questo aeroporto partono armi destinate all’esercito israeliano. Per questo bloccheremo i carichi in partenza dalla Cargo City”.
Malpensa, il primo scalo merci italiano al centro delle tensioni
L’aeroporto di Milano-Malpensa rappresenta una pietra angolare per il traffico merci italiano, con oltre 731.640 tonnellate movimentate nel 2024, confermandosi primo in Italia per traffico cargo. Lo scalo, gestito da SEA Aeroporti di Milano, serve oltre 28,9 milioni di passeggeri e ospita compagnie aeree come EasyJet, Ryanair e Wizz Air, oltre a essere hub per la compagnia cargo Cargolux Italia. La presenza di una base militare e di uffici dell’aeronautica all’interno della struttura ha recentemente alimentato tensioni e proteste legate al transito di materiale bellico, in un contesto geopolitico particolarmente delicato.
Il contesto di Gaza e l’appello dei manifestanti
La città di Gaza, situata nella Striscia di Gaza e con una popolazione di circa 590 mila abitanti, vive una situazione di grave crisi umanitaria e conflitti continui. Il blocco economico e degli aiuti umanitari ha messo sotto pressione l’economia locale, principalmente agricola, e la qualità della vita degli abitanti. La protesta a Malpensa, dunque, si colloca in un quadro di solidarietà internazionale verso Gaza e di critica verso le politiche governative italiane riguardanti la spesa militare e il commercio di armi.
Le tensioni internazionali e le dinamiche interne allo scalo aeroportuale lombardo evidenziano la complessità di un tema che unisce diritti dei lavoratori, questioni geopolitiche e responsabilità istituzionali, in una giornata di protesta che ha avuto un forte impatto operativo sull’aeroporto di Milano-Malpensa.






