Milano, 11 settembre 2025 – Il centro sociale Leoncavallo si esprime con fermezza contro la proposta del Comune di Milano di trasferirsi nell’area di via San Dionigi, dopo lo sfratto dalla storica sede di via Watteau avvenuto il 21 agosto scorso. In un comunicato pubblicato sui social e ripreso dalla stampa, i militanti definiscono la nuova destinazione “non all’altezza della nostra storia” e “lontana dai desiderata di quella parte di città che ha manifestato sabato scorso”, in riferimento alla grande mobilitazione di circa 50mila persone.
Via San Dionigi: un’area problematica e inagibile
Il Leoncavallo descrive l’area di via San Dionigi come un luogo “totalmente dismesso e inagibile fino a bonifica e messa a norma”. Secondo il centro sociale, si tratta di un sito “malsano, forse avvelenato”, che necessita di ulteriori indagini per garantire la sicurezza e la salute di chi vi entra. Questa condizione rappresenta una “barriera economica estremamente rilevante”, che spiega il fatto che i precedenti bandi per l’assegnazione dell’area siano andati deserti. I militanti esprimono inoltre convinzione che né il costruttore Manfredi Catella, presidente di Coima Sgr, né il deputato Riccardo De Corato manifesteranno interesse per questa proposta. Quest’ultimo è un ex vicesindaco e rappresentante di Fratelli d’Italia.
Il futuro incerto del Leoncavallo e il riconoscimento dell’archivio storico
Il centro sociale si trova ora in una condizione di “nomadismo” forzato, con un futuro “indeterminato”. Le attività culturali e politiche continueranno in forma itinerante, con eventi come ‘La Terra Trema’ e la ‘Festa della Semina e del Raccolto’, riconosciuti a livello nazionale ed europeo. Nel frattempo, la Soprintendenza Archivistica ha avviato le pratiche per il riconoscimento ufficiale dell’archivio storico del Leoncavallo dedicato a Fausto e Laio, due figure simbolo della storia del centro sociale, vittime di un omicidio legato alla lotta contro lo spaccio di droga negli anni Settanta. Questo patrimonio culturale si aggiunge ai famosi graffiti di Dauntaun, che hanno alimentato un dibattito sull’identità artistica di Milano e sull’area di via Watteau.
La posizione del Leoncavallo appare quindi chiara: la proposta comunale non risponde né alle esigenze del centro sociale né alla sua lunga storia, e la mobilitazione cittadina esprime un chiaro rifiuto della soluzione proposta. L’area di via Watteau, ora sotto una sorta di “demanio militare ufficiosamente istituito”, rimane un punto di riferimento irrinunciabile per la comunità che anima il Leoncavallo.






