Milano, 16 settembre 2025 – Il Tribunale del Riesame di Milano ha recentemente ribaltato l’impianto accusatorio relativo all’inchiesta urbanistica che ha coinvolto esponenti di rilievo del mondo immobiliare e architettonico milanese, tra cui l’architetto Alessandro Scandurra, il CEO di Coima SGR Manfredi Catella e l’imprenditore Andrea Bezziccheri di Bluestone. Con la decisione depositata lo scorso 12 agosto, sono state annullate le misure cautelari precedentemente disposte, evidenziando la mancanza di gravi indizi di corruzione tra i soggetti coinvolti.
Inchiesta urbanistica Milano: nessuna prova di accordo corruttivo
La sentenza del Riesame, presieduta dai giudici Pendino, Ghezzi e Papagno, ha definito «svilente» la ricostruzione formulata dalla Procura e dal gip, sottolineando che la semplice esistenza di un pagamento in relazione a una funzione pubblica non è sufficiente a configurare un accordo corruttivo. Il collegio ha considerato la tesi accusatoria «confusa» e priva di elementi probatori solidi, smontando l’ipotesi che gli incarichi affidati a Scandurra, membro della Commissione Paesaggio del Comune di Milano, fossero strumentali a ottenere pareri favorevoli.
Un punto chiave riguarda una fattura da circa 22mila euro, ritenuta dalla Procura fittizia e funzionale al presunto patto corruttivo. I giudici, invece, hanno riconosciuto che si tratta di un documento legittimo, riconducibile a prestazioni effettivamente svolte. La difesa ha evidenziato un errore materiale tra le date riportate nei contratti cartacei e digitali, con un’analisi contabile che ha escluso sovrafatturazioni o compensi anomali, i quali risultano in linea, se non inferiori, alle tariffe professionali previste dall’Ordine degli Architetti.
La posizione di Manfredi Catella e il quadro aziendale
Nel contesto dell’inchiesta, il CEO di Coima, Manfredi Catella, ha ribadito di essere stato semplicemente «informato» degli incarichi affidati a Scandurra, precisando che ciò non può essere interpretato come approvazione di alcun patto corruttivo. Nel ricorso presentato al Tribunale del Riesame contro gli arresti domiciliari, la difesa ha sottolineato l’esistenza di un «robusto presidio organizzativo» con processi di controllo multilivello e responsabilità chiaramente definite.
Catella non ha mai avuto contatti diretti con Scandurra né ha firmato incarichi di valore superiore alla propria soglia di competenza, delegando tali attività al manager Luca Mangia, non indagato e centrale nella gestione operativa. La Procura aveva ipotizzato che i ruoli pubblici e privati fossero stati strumentalizzati per vantaggi illeciti, ma il Tribunale ha evidenziato come questa lettura sia stata una semplificazione eccessiva, anche in considerazione delle modifiche normative del regolamento edilizio milanese intervenute nel 2023, che hanno limitato l’obbligo di astensione degli architetti coinvolti in procedimenti pubblici.
Aspetti normativi e implicazioni urbanistiche
Un ulteriore elemento di rilievo riguarda il regolamento edilizio del Comune di Milano, che fino a giugno 2023 prevedeva l’astensione dell’architetto solo nel caso di presentazione diretta del progetto, escludendo i lavori commissionati da clienti con cui vi fossero rapporti professionali paralleli. Il Riesame ha criticato l’interpretazione del gip, che ha esteso in modo improprio il concetto di conflitto di interessi, indebolendo così la tesi accusatoria.
Il procedimento prosegue, ma con un quadro accusatorio notevolmente ridimensionato. L’architetto Scandurra, noto per il suo studio di architettura dall’impronta internazionale e impegnato in progetti di rigenerazione urbana sostenibile, ha potuto tornare libero insieme a Bezziccheri, mentre Catella ha visto revocate le misure cautelari. La decisione del Riesame rappresenta un significativo passo nella definizione della vicenda giudiziaria, che ora dovrà essere ulteriormente approfondita nelle successive fasi processuali.


