Roma, 20 ottobre 2025 – Nuovi sviluppi nel complesso scenario del conflitto israelo-palestinese: le Forze di Difesa Israeliane (Idf) si preparano alla consegna, prevista per questa sera alle ore 20 locali, di un altro corpo di ostaggio restituito da Hamas. La notizia arriva dopo l’annuncio del movimento palestinese che ha dichiarato di aver rinvenuto il corpo di un ostaggio e di essere pronto a restituirlo a Israele, condizionando però la restituzione a circostanze favorevoli sul terreno.
La consegna dei corpi degli ostaggi di Hamas
Secondo quanto riportato da fonti israeliane e internazionali, la Croce Rossa ha già ricevuto da Hamas due bare contenenti i corpi di ostaggi, successivamente consegnate alle autorità militari israeliane. I resti saranno trasportati all’istituto forense Abu Kabir di Tel Aviv per le operazioni di identificazione. Tuttavia, la consegna delle salme rischia di subire ritardi a causa della chiusura del valico di Rafah, unico passaggio tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, che ostacola l’ingresso delle attrezzature specializzate necessarie per il recupero e l’identificazione dei corpi. Hamas ha sottolineato come questa situazione rallenterà sensibilmente le operazioni di restituzione.
Nel frattempo, a conferma della complessità e della tensione della situazione, i parenti degli ostaggi in Israele hanno espresso sostegno alla decisione del premier Benjamin Netanyahu di mantenere chiuso il valico di Rafah, ritenendo fondamentale utilizzare ogni leva diplomatica e politica per ottenere la riconsegna di tutti i corpi e ostaggi.
Il vertice in Egitto
Parallelamente agli sviluppi sul fronte della restituzione dei corpi, al Cairo si tiene oggi un vertice mediato dall’Egitto con la partecipazione di Khalil Al-Hayya, capo di Hamas in esilio, per discutere l’attuazione della seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco. Tra i temi all’ordine del giorno figura la possibile formazione di un organismo tecnico che gestisca la Striscia di Gaza senza la rappresentanza diretta di Hamas.
Il premier israeliano Netanyahu ha ribadito che la guerra finirà solo al completamento della fase due del piano di tregua, che prevede il disarmo e la smilitarizzazione di Hamas, condizione ritenuta imprescindibile per il ritorno alla stabilità. Netanyahu ha inoltre confermato che la riapertura del valico di Rafah sarà valutata in base al comportamento di Hamas nel facilitare il ritorno degli ostaggi deceduti e nel rispetto degli accordi in corso.
Intanto, la riapertura di alcuni valichi, come quello di Kerem Shalom e Kissufim, è stata comunicata dalle autorità israeliane, malgrado la sospensione degli aiuti umanitari a Gaza in seguito alle violazioni del cessate il fuoco attribuite a Hamas.
La situazione rimane quindi estremamente fluida e delicata, con forti pressioni internazionali e manifestazioni di piazza in Israele a Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme, dove i cittadini chiedono con forza la restituzione degli ultimi ostaggi e la fine del conflitto.






