Gaza, 19 luglio 2025 – Una nuova ondata di violenza ha colpito la Striscia di Gaza, con un bilancio tragico che continua a crescere. Nella mattinata odierna, l’esercito israeliano ha condotto attacchi armati contro civili, provocando almeno 42 morti e oltre 100 feriti, secondo fonti ospedaliere locali. Tra le vittime, almeno 29 persone si trovavano in attesa di aiuti umanitari vicino ai centri di distribuzione, un episodio che ha suscitato condanne a livello internazionale e nuove tensioni diplomatiche.
Gaza, attacchi nei pressi dei centri di aiuti umanitari
Le autorità di protezione civile di Gaza, controllata da Hamas, hanno denunciato che i colpi di arma da fuoco sono stati sparati da forze israeliane nei pressi di due centri di assistenza umanitaria nel sud della Striscia. Mahmoud Bassal, portavoce della protezione civile, ha specificato che 22 persone sono state uccise vicino a un centro a sud-ovest di Khan Younis, mentre altre quattro vittime sono state registrate vicino a nord-ovest di Rafah. “Si tratta dell’ennesimo episodio di violenza diretta contro civili che attendevano aiuti”, ha dichiarato Bassal.
Il direttore dell’ospedale Nasser di Khan Younis, Atef al-Hout, ha parlato di “un numero senza precedenti di vittime in pochissimo tempo”. Il direttore ha sottolineato che la situazione potrebbe aggravarsi a causa della carenza critica di personale medico, attrezzature e medicinali. Testimoni oculari hanno riferito che le truppe israeliane hanno circondato l’area di Al-Tina Street e hanno aperto il fuoco su una folla che si era radunata per ricevere generi alimentari, colpendo anche bambini e adolescenti. Le autorità israeliane non hanno ancora rilasciato commenti ufficiali su questi eventi.
La questione degli ostaggi e la diplomazia internazionale
Parallelamente agli attacchi, la questione del rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza è tornata al centro del dibattito internazionale. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato che a breve potrebbero essere liberati altri dieci ostaggi. Durante un incontro con parlamentari repubblicani, Trump ha affermato: “Abbiamo recuperato la maggior parte degli ostaggi. Ne avremo altri dieci molto presto e speriamo di concludere tutto rapidamente”. Queste dichiarazioni fanno riferimento ai negoziati sostenuti dalla diplomazia statunitense a Doha tra Israele e Hamas, iniziati il 6 luglio.
La proposta statunitense prevede una tregua di 60 giorni in cambio del rilascio di dieci ostaggi vivi e la restituzione dei resti di altri diciotto. Tuttavia, le trattative restano difficili: da una parte, il portavoce delle Brigate Ezzedine al-Qassam, Abu Obaida, ha definito “inaccettabili” le condizioni avanzate da Israele, denunciando la volontà di Tel Aviv di ottenere un accordo globale per il rilascio simultaneo di tutti gli ostaggi. Dall’altra, fonti israeliane affermano che Hamas non sta facendo progressi sul rapporto tra prigionieri rilasciati e ostaggi.
Nel frattempo, i negoziatori israeliani rimangono a Doha, mentre una delegazione è presente al Cairo per discutere l’eventuale invio di aiuti umanitari in caso di cessate il fuoco.






