Garlasco, 10 settembre 2025 – Proseguono le attività investigative e peritali nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco, in provincia di Pavia. In queste ore, il consulente della famiglia Poggi, Dario Redaelli, ha fornito aggiornamenti sulla conservazione dei reperti analizzati durante l’incidente probatorio, fondamentale per la prosecuzione delle indagini.
Reperti ben conservati e impronte da analizzare

Al termine delle analisi condotte sui materiali raccolti nell’ambito dell’inchiesta, Redaelli ha sottolineato che il materiale è stato conservato bene, in particolare i resti della spazzatura che sono stati oggetto di esame. Si tratta di elementi importanti, poiché possono contenere tracce utili a ricostruire la dinamica del delitto e identificare eventuali responsabilità.
Il consulente ha inoltre rivelato che sono state rinvenute otto impronte digitali sui reperti, tra cui un sacchetto di cereali e altri materiali di scarto. Queste impronte saranno oggetto di un esame più approfondito da parte di un tecnico dattiloscopista specializzato, che ne valuterà la qualità e la possibile corrispondenza con soggetti coinvolti o presenti sulla scena del crimine.
Il contesto delle indagini sul delitto di Chiara Poggi
Il caso, che ha destato grande attenzione mediatica fin dal 13 agosto 2007, riguarda l’omicidio di Chiara Poggi, trovata senza vita nella villetta di famiglia a Garlasco. Dopo un lungo iter giudiziario, nel 2015 la Corte di Cassazione ha confermato la condanna di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, come responsabile del delitto.
Tuttavia, a quasi vent’anni di distanza dall’omicidio, permangono numerosi dubbi e questioni irrisolte. Proprio per questo sono state avviate nuove indagini, con l’obiettivo di approfondire le prove e verificare ipotesi alternative. Tra le novità più recenti si segnala la possibile riesumazione del corpo di Chiara Poggi, proposta da esperti per consentire ulteriori accertamenti medico-legali, e l’ipotesi che sull’omicidio abbiano agito più persone.
Le nuove attività investigative si avvalgono di tecniche moderne, come la ricostruzione tridimensionale della scena del crimine tramite scanner e droni, che permettono una valutazione più dettagliata degli elementi raccolti all’epoca e di quelli ritrovati successivamente.
In questo contesto, la conservazione e l’analisi accurata dei reperti rappresentano un punto cruciale per il prosieguo dell’inchiesta, come confermato dalle parole di Dario Redaelli, che ribadiscono l’importanza di un approccio scientifico e rigoroso nel tentativo di fare piena luce su uno dei casi più complessi e discussi della cronaca nera italiana.





