Pavia, 26 settembre 2025 – Proseguono le indagini sul delitto di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, con nuove operazioni investigative che stanno entrando in una fase cruciale. Questa mattina, infatti, sono in corso perquisizioni da parte di Carabinieri e Guardia di Finanza nelle abitazioni di ex investigatori e inquirenti coinvolti nelle indagini originarie sul caso, inclusi luoghi legati all’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, nonché parenti di Andrea Sempio, principale indagato nelle indagini attuali.
Nuove perquisizioni e sviluppi nelle indagini

Le perquisizioni si concentrano sulle abitazioni di figure chiave come l’ex procuratore Mario Venditti, i genitori e gli zii di Andrea Sempio, e due ex carabinieri che erano in servizio nel 2017. L’attività investigativa è scattata a seguito del ritrovamento di un appunto in casa dei genitori di Sempio con la scritta “Venditti gip archivia X 20-30 euro”. Questo indizio ha indirizzato le indagini su un presunto flusso di denaro di circa 30mila euro.
In riferimento a queste accuse, l’avvocato Massimo Lovati, legale della famiglia Sempio, ha dichiarato questa mattina davanti alle telecamere: “I genitori e gli zii di Sempio non sono indagati”. Inoltre, Lovati si è espresso sull’ipotesi di corruzione: “Una corruzione di 40mila euro nei confronti di un magistrato che guadagna 20mila euro al mese non ha senso”, sottolineando l’inconsistenza di tale tesi.
Il contesto del delitto di Garlasco e le controversie giudiziarie
Il caso di Chiara Poggi, che ha avuto una vasta eco mediatica e giudiziaria, riguarda l’omicidio della giovane trovata morta nella villetta di famiglia a Garlasco, in provincia di Pavia. Il fidanzato, Alberto Stasi, unico imputato, è stato condannato in via definitiva nel 2015 dopo una lunga serie di processi, revisioni e sentenze contrastanti.
Il delitto è stato caratterizzato da numerose criticità investigative, tra cui la mancanza di prove chiare e una scena del crimine non adeguatamente preservata. Diverse perizie scientifiche hanno evidenziato anomalie come la pulizia inspiegabile delle scarpe di Stasi, nonostante le pozze di sangue presenti, e il controverso scambio di pedali tra biciclette sequestrate, con tracce genetiche della vittima trovate su pedali di una delle bici.
Negli ultimi anni, nonostante la condanna definitiva, la vicenda ha visto riaperture di indagini e approfondimenti investigativi volti a esplorare nuove piste, come dimostrano le attuali perquisizioni legate a presunti episodi di corruzione e manipolazione delle indagini.
Continua quindi il lavoro della magistratura per fare piena luce su tutti gli aspetti di questa complessa vicenda giudiziaria che tiene ancora viva l’attenzione dell’opinione pubblica e degli addetti ai lavori.





