MILANO, 7 novembre 2025 – L’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, coinvolto nell’inchiesta sul cosiddetto “sistema Pavia“, sta valutando la possibilità di presentare una denuncia contro i pm di Pavia in relazione al capo di imputazione rivolto ad Andrea Sempio per il delitto di Garlasco. A fare luce sulla questione è stata una conferenza stampa tenuta oggi dall’avvocato Domenico Aiello, legale di Venditti, che ha definito “falsa” la rappresentazione accusatoria formulata dalla Procura di Pavia.
Venditti, la contestazione sul concorso nell’omicidio di Garlasco
L’avvocato di Venditti, Domenico Aiello, ha sottolineato come la Cassazione abbia confermato che nell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco ci sia stato un unico autore, Alberto Stasi, condannato in via definitiva. “Iscrivere qualcuno in concorso con Stasi – ha spiegato Aiello – è una rappresentazione falsa, che contraddice il giudicato“. Nel capo di imputazione infatti Sempio viene accusato di omicidio in concorso con altri soggetti, ipotesi che secondo la difesa sarebbe priva di fondamento giuridico senza una revisione formale della sentenza definitiva.
Il legale ha inoltre denunciato possibili profili di falso ideologico nella formulazione dell’accusa e ha invitato le autorità competenti, in particolare il ministro della Giustizia e i procuratori generali, a vigilare su eventuali violazioni procedurali.

Il Riesame annulla il decreto: “Assenza di gravi esigenze e infondatezza delle accuse”
L’avvocato Aiello ha spiegato che il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso contro il decreto di perquisizione e sequestro, motivando l’annullamento con l’assenza di gravi esigenze investigative e con l’infondatezza nel merito delle accuse rivolte a Venditti e all’ex procuratore Mazza. La Procura di Brescia, ha precisato Aiello, ha preso in esame venti procedimenti dei pm di Pavia di quell’epoca, attribuendo le imputazioni di peculato e corruzione soltanto a due magistrati, nonostante sia emerso che tutti i procuratori del distretto di Milano si siano avvalsi dei noleggi auto per servizi in incognito attraverso la società Cr Service, e delle intercettazioni tramite la Esitel, entrambe al centro dell’inchiesta bresciana.
Aiello ha sottolineato come “non era solo Venditti e Mazza a rivolgersi a questi fornitori”, evidenziando che il dottor Venditti è stato coinvolto marginalmente, “in pochissime procedure di assegnazione di intercettazioni e in pochi noleggi auto”. L’avvocato si è chiesto inoltre perché, se la pratica era comune a tutti, solo due magistrati siano stati indagati, sottolineando un “effetto punitivo selettivo” e una “sanatoria” per gli altri.
Accuse di falsificazione e richiesta di incidente probatorio
In una nota, lo stesso Mario Venditti ha denunciato che la Procura di Brescia “non ha esitato a falsificare le carte”, affermando nel decreto dell’8 ottobre 2025 che avrebbe acquistato autovetture a titolo gratuito o a prezzi inferiori rispetto al mercato, circostanza smentita da una relazione della Guardia di Finanza risalente a luglio 2025. Venditti ha espresso “tanta rabbia in corpo” per “l’ingiustificato linciaggio mediatico” e ha ringraziato il suo avvocato.
L’avvocato Aiello ha inoltre annunciato che presenterà domani al gip di Brescia una richiesta formale di incidente probatorio. L’obiettivo è che un giudice terzo possa vigilare sulle operazioni relative alla copia forense dei dispositivi sequestrati a Venditti, che restano sotto sequestro nell’ambito di un filone collegato al caso Garlasco.
Nel corso di un incontro con i giornalisti, Aiello ha inoltre accusato l’ex procuratore aggiunto di Milano, Alberto Nobili, di aver “tenuto nel cestino” un primo possibile fascicolo sull’inchiesta Sempio, senza mai essere indagato. Aiello ha suggerito che tale disparità di trattamento potrebbe essere legata a “rapporti diversi con l’attuale procuratore di Pavia rispetto a Venditti”.

Venditti accusa la Procura di Brescia: “Falsificazione delle carte per infamarmi”
In una nota diffusa oggi, l’ex procuratore Mario Venditti ha denunciato apertamente che la Procura di Brescia ha falsificato le carte per perseguitarlo. In particolare, nel decreto dell’8 ottobre 2025 si sosteneva che Venditti avrebbe acquistato autovetture a titolo gratuito o a prezzi inferiori rispetto al mercato, accusa smentita già da luglio 2025 dalla Guardia di Finanza. Venditti ha espresso “rabbia” e “grave sconforto” per quanto subito, definendo illegittimi e arbitrari i provvedimenti a suo carico.
L’ex procuratore ha inoltre chiesto che “chi ha il potere di vigilare sul corretto esercizio della funzione requirente giunga al più presto alle dovute determinazioni, arrestando questo linciaggio di piazza”. Venditti ha infine ringraziato il suo avvocato per il sostegno nel corso delle difficili vicende giudiziarie.
L’inchiesta “sistema Pavia” ha portato alla luce una rete di relazioni complesse e controversie all’interno della magistratura pavese, con accuse di corruzione, peculato e presunte pressioni indebite sulle indagini, in particolare sul filone riguardante il delitto di Chiara Poggi a Garlasco. I sospetti di inquinamento delle indagini e l’attenzione verso pratiche poco trasparenti hanno scosso il distretto giudiziario, con ripercussioni che hanno coinvolto magistrati, ufficiali dei carabinieri e imprenditori.
Le perquisizioni e le difese di Sempio e Garofano
Il dibattito si è acceso dopo che il Tribunale del Riesame di Brescia ha annullato il decreto di perquisizione e sequestro relativo al filone investigativo che vede indagato Venditti. Nel frattempo, familiari e legali di Andrea Sempio, unico indagato nella nuova indagine sul delitto Poggi, hanno respinto con forza ogni accusa di corruzione, definendo “una schifezza” le illazioni che coinvolgono l’ex procuratore.
In particolare, è stato chiarito che alcune somme versate a Luciano Garofano, ex generale dei Carabinieri e consulente tecnico, corrisponderebbero a normali parcelle per consulenze legali, documentate da regolari fatture e bonifici. Garofano ha respinto categoricamente ogni sospetto di irregolarità, definendo le accuse “vergognose e ignobili“.
La madre di Sempio ha ribadito che la famiglia non ha mai avuto contatti significativi con Venditti, confermando di averlo incontrato una sola volta nel 2017 e negando qualsiasi tipo di pagamento o favore.
Questi elementi si inseriscono nel più ampio contesto delle inchieste sul cosiddetto “sistema Pavia”, che ha portato alla luce intrecci di corruzione, minacce e pedinamenti all’interno degli ambienti giudiziari e investigativi della provincia pavese.






