Pavia, 18 dicembre 2025 – Si è conclusa questa mattina davanti alla giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli l’udienza dell’incidente probatorio relativa al caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007. Al centro dell’attenzione sono stati gli esiti delle analisi genetiche e dattiloscopiche, che coinvolgono in particolare Andrea Sempio, indagato per l’omicidio in concorso con Alberto Stasi, condannato in via definitiva.
Soddisfazione e rilievi della difesa di Andrea Sempio

Al termine dell’udienza, i legali di Andrea Sempio, Liborio Cataliotti e Angela Taccia, si sono detti molto soddisfatti dei risultati emersi dall’incidente probatorio. Cataliotti ha sottolineato come “le domande e le risposte confortano al mille per mille le obiezioni critiche già anticipate in merito al valore probatorio processuale del Dna” trovato sulle unghie della vittima, considerato dalla difesa come “giuridicamente inutilizzabile”. Taccia ha aggiunto che “la perita Albani ha fatto quanto era scientificamente possibile, ma il software usato non è completo e non si può arrivare a un punto fermo”. Entrambi hanno ribadito che, pur riconoscendo l’impegno della genetista Denise Albani, “quando c’è un vulnus originario, non si può arrivare a destinazione”.
L’indagato Andrea Sempio non era presente in aula, come spiegato dalla Taccia: “non avrebbe potuto parlare, anche se avrebbe potuto essere autorizzato a partecipare”. Invece Alberto Stasi, condannato per l’omicidio, ha assistito all’udienza, con la difesa che ha spiegato l’importanza di quella giornata per il proprio assistito, pur precisando che Stasi “non è autorizzato a rilasciare dichiarazioni”.
Gli elementi chiave dell’indagine e le posizioni delle parti
L’incidente probatorio ha riguardato principalmente l’esame del Dna e delle impronte raccolte nella villetta di via Pascoli, dove è stato commesso il delitto. La genetista Albani ha illustrato i risultati alla giudice e alle parti, confermando una corrispondenza tra il Dna maschile sulle unghie della vittima e la linea genetica della famiglia Sempio. Tuttavia, la difesa sostiene che si tratti di un trasferimento secondario di materiale genetico, non riconducibile direttamente a un’aggressione.
Parallelamente, gli inquirenti stanno lavorando su altri sei punti chiave dell’indagine, che potrebbero consolidare l’accusa contro Andrea Sempio: dal Dna, allo scontrino di Vigevano, alle telefonate fatte dall’indagato alla famiglia Poggi nei giorni precedenti al delitto, fino all’impronta “33” rinvenuta sulle scale della villetta. Un tema centrale è anche il movente, che le autorità giudiziarie ritengono di aver individuato, pur mantenendolo coperto dal segreto istruttorio.
La famiglia della vittima, rappresentata dall’avvocato Francesco Compagna, ha manifestato la propria posizione con fermezza: “sono convinto della colpevolezza di Stasi e il nostro ordinamento prevede la revisione, ma così si rovina la vita agli innocenti”. Il legale ha inoltre espresso critiche nei confronti dell’“enorme spettacolo mediatico” che circonda il caso, sottolineando la necessità di maggiore riservatezza e tutela delle persone coinvolte.
L’udienza si è quindi sviluppata tra dettagli tecnici e tensioni tra le parti, mentre si attende il deposito della relazione finale della perizia genetica entro i prossimi giorni. Intanto, l’incidente probatorio rappresenta un momento cruciale nel percorso investigativo su uno dei casi più controversi della cronaca giudiziaria italiana recente.






