Garlasco (Pavia), 5 agosto 2025 – La vicenda giudiziaria legata al delitto di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, continua a riservare colpi di scena con nuove indagini che scuotono le certezze di anni. L’avvocato di Alberto Stasi, unico condannato per l’omicidio della giovane, Antonio De Rensis, ha fatto importanti dichiarazioni sulla situazione processuale e le prove che potrebbero ribaltare l’esito del caso.
Garlasco, De Rensis: “È terrore, non paura”
Nel corso del podcast Bugalalla Crime, De Rensis ha spiegato come la nuova inchiesta della Procura di Pavia, che vede indagato Andrea Sempio per omicidio in concorso, stia generando una forte apprensione in ambienti ancora non del tutto chiari. “Questa nuova indagine a qualcuno non fa paura ma terrore. Terrore”, ha affermato il legale, convinto che si profilino novità clamorose a breve. Egli ha inoltre sottolineato gli errori giudiziari e investigativi commessi nel corso degli anni, definendoli “decine e decine di errori” senza precedenti, che potrebbero portare a un ribaltamento epocale nella storia giudiziaria italiana.
Le incongruenze dell’interrogatorio di Andrea Sempio
Tra i nuovi risvolti emersi si segnalano le anomalie nell’interrogatorio di Andrea Sempio, svolto il 4 ottobre 2008, oltre un anno dopo il delitto. Il verbale, durato circa quattro ore, presenta sovrapposizioni con quelli degli amici presenti quel giorno e un mistero legato al recupero di uno scontrino del parcheggio di Vigevano, mai formalmente registrato. Inoltre, Sempio avrebbe avuto un malore durante l’interrogatorio, evento non riportato nei verbali ufficiali ma confermato dallo stesso indagato in un’intervista televisiva recente. Questa circostanza, insieme a spostamenti non documentati e incongruenze temporali, è ora al centro delle indagini della procura.
Analisi scientifiche e nuovi elementi in campo
L’avvocato De Rensis ha inoltre posto l’attenzione sulla Bloodstain Pattern Analysis (BPA), la nuova analisi delle macchie di sangue che sarà eseguita dai RIS di Cagliari e che potrebbe fornire indicazioni fondamentali sulla presenza di più soggetti sulla scena del crimine. La consulenza legale ha inoltre evidenziato criticità nella gestione del DNA Ignoto 3, trovato nel tampone orale della vittima, il cui ruolo è ancora da chiarire e che potrebbe risultare contaminato o, in caso contrario, aprire scenari sconvolgenti per le responsabilità penali.
Parallelamente, emergono dubbi sull’assenza di tracce di sangue sulle scarpe sequestrate a Stasi, sulle biciclette presenti la mattina del delitto e sulla possibile presenza di più profili maschili sotto le unghie della vittima, elementi che rafforzano l’ipotesi di una complicità o di un coinvolgimento di più persone.
Il caso di Garlasco, dunque, sembra essere tutt’altro che chiuso e si conferma come uno dei processi più complessi e controversi della cronaca giudiziaria italiana recente, con un impatto profondo non solo sulla famiglia della vittima ma sull’intera società.





