Milano, 11 ottobre 2025 – Una nota chiarificatrice è stata diffusa dall’ex sostituto procuratore generale di Milano, Laura Barbaini, riguardo alle indagini sulle presunte piste alternative nel delitto di Garlasco, che vide condannato Alberto Stasi per l’omicidio di Chiara Poggi. La magistrata, ora in pensione, ha ribadito che le indagini svolte all’epoca non hanno mai fornito prove sufficienti per individuare un “colpevole alternativo” rispetto a Stasi.
Le indagini su Garlasco e la posizione di Laura Barbaini
Il 13 dicembre 2016, i difensori di Stasi avevano presentato un’istanza alla Procura Generale di Milano per sollecitare una revisione del processo, basata su nuove analisi genetiche che avrebbero individuato il DNA di Andrea Sempio, un altro indagato, sotto le unghie della vittima. La relazione dell’investigazione difensiva, affidata alla SKP Investigazioni & Servizi di Sicurezza, suggeriva dunque un possibile quadro alternativo a quello già giudicato definitivo.
Tuttavia, Barbaini spiega che la sua valutazione, basata anche sulla documentazione e sulle risultanze dei processi di appello, ha ritenuto “gli elementi della relazione delle indagini private ed i relativi allegati non idonei a sostenere la fondata dimostrazione dell’esistenza di un colpevole alternativo al condannato”. Tra le prove scartate figurava proprio il DNA, giudicato all’epoca “insufficiente e degradato per qualsiasi comparazione”, elemento oggi al centro dell’incidente probatorio in corso.
Il fascicolo fu quindi trasmesso alla Procura di Brescia e contestualmente all’allora procuratore di Pavia, Mario Venditti, attualmente indagato in due filoni di indagine riguardanti proprio il delitto di Garlasco. Nel dicembre 2016, l’ufficio requirente pavese chiese al Procuratore Generale di acquisire documentazione e un “riepilogo delle numerose e complesse indagini”, per avere un quadro completo della situazione processuale riguardo alla posizione di Andrea Sempio e degli elementi raccolti sulla famiglia Poggi.
Lo sconcerto della famiglia Poggi e gli sviluppi giudiziari
Il lungo e complesso iter giudiziario, che ha visto Stasi assolto in primo e secondo grado, condannato in appello e infine con la sentenza definitiva del 2015, continua a suscitare forti emozioni nella famiglia della vittima. Rita e Giuseppe Poggi, genitori di Chiara, hanno espresso “esausti, oltre lo sfinimento” e “sconcertati” per gli ultimi sviluppi, soprattutto riguardo alle nuove indagini e all’indagine sull’ex procuratore Venditti.
L’avvocato Gianluigi Tizzoni, che assiste la famiglia, parla di uno stato di stanchezza irrimediabile, sottolineando come la vicenda continui a essere un “tormentone infinito” che grava sulla famiglia e sulla credibilità della giustizia. “La sola domanda che si fanno è: finirà mai tutto questo?”, ha detto Tizzoni, descrivendo un clima di esasperazione che accompagna ormai da anni la vicenda.
Dall’altra parte, il percorso giudiziario di Stasi ha visto recentemente la conferma da parte della Corte di Cassazione della sua ammissione al regime di semilibertà, nonostante la Procura Generale avesse presentato ricorso per la revoca, ritenendo che il condannato avesse sfruttato la libertà concessa per ottenere visibilità mediatica, in particolare con un’intervista a “Le Iene”. La Cassazione ha però respinto il ricorso, sottolineando la valutazione favorevole del Tribunale di sorveglianza sulle condizioni di risocializzazione di Stasi.
Le indagini e i processi sul delitto di Garlasco rimangono quindi una vicenda aperta, caratterizzata da numerose complessità tecniche e giudiziarie, nonché da forti tensioni emotive che coinvolgono tutte le parti in causa.





