Milano, 10 settembre 2025 – Proseguono le delicate fasi dell’incidente probatorio riguardante il delitto di Garlasco, un caso che da quasi vent’anni tiene alta l’attenzione mediatica e giudiziaria in Lombardia. All’ingresso della Questura di Milano, l’avvocato di Alberto Stasi, Giada Bocellari, ha commentato con fermezza le recenti evidenze emerse dagli esami sulle prove raccolte, sottolineando la necessità di mantenere una valutazione imparziale e rigorosa.
Le dichiarazioni dell’avvocato Bocellari sulle analisi della garza

In particolare, Bocellari ha espresso una netta preoccupazione riguardo alla contaminazione riscontrata sulla garza analizzata: “Per me è gravissimo, come è gravissimo che si sia esultato per questa contaminazione. Poi capiremo per bene dai dati, però per me è gravissimo, perché va bene che nel 2007 non c’erano i protocolli che ci sono oggi, però non eravamo nel 1900”. L’avvocato ha enfatizzato come la condanna di Stasi si fondi esclusivamente su prove scientifiche, e che se si mette in discussione la validità di tali analisi, allora si dovrebbero rivedere tutte le perizie svolte nel corso degli anni. “Non è che si possono fare valutazioni intermittenti, a seconda che l’imputato sia Alberto Stasi o Andrea Sempio. Io credo che serva oggettività” ha concluso.
Stato delle indagini e ruolo dell’incidente probatorio
L’incidente probatorio in corso riguarda anche altre tracce ematiche e impronte mai analizzate in modo definitivo nella villetta di Garlasco, luogo del delitto avvenuto il 13 agosto 2007. Secondo quanto emerso dalle prime indiscrezioni, il materiale biologico rinvenuto su alcuni reperti, come i fogli di acetato conservati, non ha consentito di isolare un profilo genetico utile. Tra questi, anche l’impronta numero 10, individuata sullo stipite della porta dell’abitazione, da tempo considerata di particolare interesse dagli inquirenti, non ha fornito elementi certi, dato che non è stato possibile estrarre materiale genetico.
Nel frattempo, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della Procura generale di Milano che chiedeva la revoca della semilibertà concessa a Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi. I giudici hanno ritenuto inammissibile il ricorso, confermando il diritto di Stasi al beneficio in attesa del completamento delle analisi in corso.
Le indagini coordinate dal procuratore Fabio Napoleone e dal suo team proseguono con l’esame di ulteriori reperti, tra cui il tappetino del bagno e tamponi ematici, oltre al confronto del DNA rilevato sotto le unghie della vittima con quello di Andrea Sempio, altro indagato nella vicenda.
Questa fase processuale si inserisce in un contesto di revisione e approfondimento delle prove scientifiche, che rappresentano il fulcro del dibattito giudiziario e mediatico legato a uno dei casi di cronaca nera più complessi e controversi degli ultimi decenni in Italia.





