È ufficialmente iniziata l’82ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ma l’avvio del festival è stato segnato più dalle tensioni politiche che dal cinema. Nelle settimane precedenti, infatti, si è levata un’ondata di contestazioni contro gli attori Gal Gadot e Gerard Butler, entrambi accusati di posizioni filoisraeliane. I due interpreti hanno scelto di non presentarsi al Lido, temendo il clima ostile nei loro confronti.
L’appello dei cineasti al Festival di Venezia
L’iniziativa di boicottaggio è stata sostenuta da numerosi registi, attori e musicisti italiani e internazionali, tra cui Marco Bellocchio, Matteo Garrone, Ken Loach, Valeria Golino, Toni Servillo, Laura Morante, Alba e Alice Rohrwacher, Fiorella Mannoia e Carlo Verdone. Tutti hanno sottoscritto un appello che chiede al mondo del cinema di prendere posizione sulla questione palestinese. Nel testo, i firmatari rivendicano la necessità di un impegno chiaro e privo di ambiguità, sottolineando come parole e immagini, per chi lavora nell’arte e nella comunicazione, possano diventare strumenti di resistenza. L’invito è rivolto direttamente alla Biennale di Venezia, alla Mostra e alle sezioni collaterali, sollecitate a non rimanere indifferenti e a creare spazi di narrazione dedicati alla Palestina.
La critica di Pier Paolo Mocci
Non sono però mancate reazioni contrarie. Il giornalista Pier Paolo Mocci ha puntato il dito contro i promotori della protesta, accusandoli di incoerenza. In un post sui social ha definito i contestatori “ignoranti e stupidi”, sostenendo che non si siano accorti che il “nemico” da combattere si trovava già dentro il festival stesso. Mocci si riferisce in particolare a quanto accaduto durante la conferenza stampa de La Grazia, nuovo film di Paolo Sorrentino.
Il nodo Sorrentino e Sequoia Capital
Nel corso dell’incontro con i media a Venezia, un giornalista straniero ha chiesto a Sorrentino un commento sull’opportunità di essere legato, seppur indirettamente, a un fondo d’investimento molto vicino a Israele. La domanda faceva riferimento ai 100 milioni di dollari versati da Sequoia Capital a MUBI, la piattaforma che detiene i diritti internazionali de La Grazia e ne curerà la distribuzione globale. Secondo Mocci, Sequoia Capital intrattiene rapporti consolidati con Israele, soprattutto nei settori dell’intelligenza artificiale, della biomedicina e della cyber security. Di fronte alla domanda, Sorrentino ha preferito non rispondere, lasciando aperta la questione.






