Roma, 23 settembre 2025 – Tre attiviste di Ultima Generazione, Alina, Beatrice e Serena, sono state fermate e denunciate, insieme a una quarta esponente, oggi dalle forze dell’ordine in seguito alla loro decisione di intraprendere uno sciopero della fame. La protesta è nata come reazione all’eventuale blocco della Freedom Flotilla, un’iniziativa umanitaria diretta a Gaza, che le attiviste avevano annunciato avrebbe provocato la loro azione estrema.
La motivazione dello sciopero della fame

Intervistate da Newzgen qualche giorno fa, le attiviste hanno spiegato che alla base dello sciopero della fame vi è “un profondo senso di impotenza e la poca fiducia nelle istituzioni”. Alina ha sottolineato come le dichiarazioni di alcuni esponenti politici italiani abbiano rappresentato per lei “stimoli negativi” di fronte a un’iniziativa che avrebbe dovuto simboleggiare “speranza”. Beatrice ha evidenziato come la protesta sia anche una richiesta di riconoscimento formale del genocidio in corso a Gaza, affermando che “possiamo dichiararlo ai quattro venti, ma se non facciamo nulla di concreto, non serve a nulla”.
Serena, educatrice, ha descritto il proprio gesto come un tentativo di contrastare il disincanto diffuso, affermando: “La cosa che mi viene più naturale fare è l’essere d’esempio. Dobbiamo rieducare le persone a tenere saldi i valori che contano, non quelli imposti dal sistema capitalistico”.
L’intreccio tra impegno personale e pubblico
Alina, madre di tre figli, ha aggiunto che il suo impegno ha anche una dimensione personale: “Voglio trasmettere ai miei ragazzi l’idea che si possa ancora fare qualcosa, che abbiamo ancora una voce che, se unita ad altre, ha il potere di cambiare le cose”. Beatrice ha inoltre sottolineato il legame tra la battaglia per Gaza e l’attivismo ambientale, ribadendo che “quando ci si attiva per il benessere di qualsiasi forma di vita non si può più dire ‘mi occupo solo di una cosa’. Si tratta di un’emergenza che riguarda tutti ed è impossibile girarsi dall’altra parte”.
Le tre attiviste, consapevoli dei rischi, hanno scelto di farsi portavoce di un messaggio che unisce impegno sociale, politico e ambientale, in una protesta che mira a scuotere le coscienze e a richiamare l’attenzione sulle crisi internazionali ignorate o sottovalutate.
Fonte: alanews - Fermate e denunciate le attiviste a digiuno per Gaza. Avevano detto: "Conosciamo i rischi"






