Roma, 24 novembre 2025 – Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha confermato che nel caso della cosiddetta “Famiglia nel bosco” l’obbligo scolastico è stato regolarmente rispettato attraverso l’educazione domiciliare e il supporto di una scuola autorizzata. La certificazione ufficiale è pervenuta dal dirigente scolastico dell’istituto di riferimento tramite l’Ufficio scolastico regionale.
Obbligo scolastico: Famiglia nel bosco a norma
In una nota ufficiale, il Ministero ha precisato che l’istruzione impartita nella “Famiglia nel bosco” è conformemente legittimata dalla Costituzione e dalle normative vigenti. La modalità adottata – ovvero l’educazione domiciliare – è riconosciuta come valida alternativa alla frequenza scolastica tradizionale, purché supportata da un istituto scolastico autorizzato e monitorata dalle autorità competenti. Tale conferma è stata fornita direttamente dal dirigente scolastico, figura responsabile della gestione amministrativa e didattica della scuola, in raccordo con l’ufficio scolastico regionale preposto al controllo e alla supervisione delle istituzioni educative.
Il dirigente scolastico, come chiarito anche dalla normativa vigente, è responsabile della regolarità dell’attività didattica e della verifica del rispetto degli obblighi formativi degli studenti. In questo caso, la sua conferma è stata determinante per attestare la correttezza del percorso educativo seguito dal minore nella “Famiglia nel bosco”. L’Ufficio scolastico regionale, organo periferico del Ministero, ha svolto un ruolo di controllo e validazione, assicurando che tutte le procedure rispettassero le disposizioni di legge in materia scolastica.
Il contesto e le dichiarazioni del legale
La vicenda ha avuto vasto eco nazionale, con il Tribunale per i minorenni dell’Aquila che ha disposto l’allontanamento urgente dei bambini, motivandolo con un «grave pregiudizio per l’integrità fisica e psichica» dei minori, che fino a poco tempo fa vivevano in un casolare privo di utenze e in condizioni precarie. La sospensione della potestà genitoriale e il collocamento in una casa famiglia hanno suscitato reazioni e interventi istituzionali, tra cui quello della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha espresso «allarme» per la vicenda e ha sollecitato il Ministro della Giustizia Carlo Nordio a valutare l’invio di ispettori per un approfondimento.
L’avvocato Angelucci, difensore della famiglia, ha sottolineato che si tratta di una famiglia «che cresce i bambini in modo diverso ma senza ledere i loro diritti, garantendo sanità e istruzione». La sospensione della potestà non interrompe l’affidamento, e la famiglia continua a difendere la propria scelta di uno stile di vita alternativo, a stretto contatto con la natura.






