Milano, 26 agosto 2025 – Una vicenda che ha scosso il mondo del lavoro e dell’imprenditoria digitale si riaccende con nuove dichiarazioni di Marayah Osumanu, ex dipendente di Chiara Ferragni. La giovane transgender di origini ghanesi, assunta nel 2022 dopo essere stata notata dall’imprenditrice digitale durante una visita a Casa Arcobaleno, accusa ora Ferragni di averla utilizzata esclusivamente per un’operazione di marketing legata alla sua immagine di ragazza trans e nera. L’influencer, dal canto suo, respinge con fermezza tali accuse e annuncia di aver già intrapreso azioni legali per diffamazione e minacce.
Le accuse di Marayah Osumanu: sfruttamento e discriminazioni sul lavoro
Intervistata da MowMag, Marayah Osumanu racconta un’esperienza lavorativa tutt’altro che positiva nei due anni trascorsi negli uffici milanesi dell’azienda di Chiara Ferragni. La sua assunzione, avvenuta senza colloqui preliminari se non quello ripreso per la serie tv “The Ferragnez”, era stata presentata come un’opportunità concreta, ma la realtà si è rivelata ben diversa.
“Ero convinta che quel lavoro potesse cambiare la mia vita, soprattutto dal punto di vista professionale, ma mi sono ritrovata a fare mansioni umilianti e degradanti”, spiega Marayah. La ragazza, inizialmente impiegata come receptionist con uno stipendio di 1300 euro mensili, denuncia di aver spesso dovuto pulire i tavoli della mensa e persino i bagni aziendali, attività che definisce “non sporadiche, ma abituali”.
Osumanu evidenzia anche il disagio provato nel dover indossare una divisa rosa attillata e non della sua taglia, sottolineando di aver espresso il suo disagio prima alle risorse umane e poi direttamente a Chiara Ferragni. La risposta ricevuta, secondo la sua testimonianza, è stata un discorso rassicurante ma generico, che negava qualsiasi forma di discriminazione razziale, senza però affrontare il problema reale del disagio legato al vestito e all’ambiente di lavoro.
Inoltre, la giovane transgender denuncia un clima lavorativo ostile e “ai limiti del mobbing”, con colleghi che spesso facevano battute offensive sulle persone trans, contribuendo a farla sentire isolata e poco ascoltata.
Il “Pandoro gate” e il licenziamento: un colpo duro e inatteso
La situazione lavorativa è precipitata con lo scoppio del cosiddetto “Pandoro gate”, evento che ha paralizzato l’attività aziendale. Marayah ricorda un’atmosfera da “città fantasma”, con Ferragni che si sarebbe fatta vedere in ufficio solo tre volte in due anni. La decisione di licenziare lei e altri colleghi, alcuni con decenni di anzianità, è arrivata a fine novembre 2024, proprio mentre l’imprenditrice digitale era impegnata in un viaggio in Lapponia con i figli, documentato con numerose foto postate sui social.
“Mentre l’azienda andava a rotoli, Chiara Ferragni era lontana e indifferente, la mia impressione è che non gliene importasse nulla”, commenta con amarezza Osumanu. La giovane racconta di aver tentato più volte di contattare Ferragni dopo il licenziamento, senza mai ricevere risposta, mentre il suo ex braccio destro, Fabio Maria Damato, si sarebbe dimostrato più disponibile.
Dall’impiego a tempo indeterminato alla precarietà: la difficile rinascita di Marayah
Dopo il licenziamento, la situazione professionale di Marayah si è aggravata. Nonostante i colloqui, non è riuscita a trovare un nuovo impiego a causa della sua identità di persona trans e dei problemi relativi ai documenti. “Nemmeno come cameriera sono stata assunta, e avere Chiara Ferragni nel curriculum non è servito a nulla, anzi forse ha peggiorato la mia posizione”, afferma.
Questa difficoltà ha avuto pesanti ripercussioni anche sul piano psicologico: depressione e un trattamento sanitario obbligatorio (TSO) fanno parte del suo drammatico percorso. Marayah ha infine deciso di raccontare la sua esperienza per dare voce a chi, come lei, si trova in situazioni analoghe.
La replica di Chiara Ferragni e Fenice S.p.A.
Dall’ufficio stampa di Chiara Ferragni arriva una netta smentita alle accuse di Marayah Osumanu. La società Fenice S.p.A. ha diffuso una nota in cui si definisce “categoricamente falsa l’intera ricostruzione della vicenda” e si diffida chiunque dal riprendere la narrazione in modo strumentale.
Si precisa inoltre che sono già state avviate azioni legali contro la ex dipendente per reati di diffamazione e minacce, ribadendo la volontà di tutelare l’immagine dell’imprenditrice digitale e della sua azienda.
La contro replica
Nel corso del pomeriggio odierno, è quindi arrivata la contro replica di Osumanu tramite una storia pubblicata sul proprio profilo Instagram: “Querela o no, non cambierò versione per nessuno. Sappiatelo ben chiaro, l’omertà non fa parte del mio Dna. Anche se a costo di rimetterci io stessa, la verità la dirò sempre, fanc*lo l’immagine. Quale immagine, una che lucrava sui bambini e l’altro che condivideva le mie foto e video ad altre. Ma per favore”.
Osumanu ha quindi sostenuto: “Addirittura mi è arrivato un messaggio da parte sua chiedendomi di togliere i video suoi e di chiedergli scusa. Ovviamente con insulti e denigrazioni di contorno. Non pubblico perché qui diventa un cinema, altro che Amazon Prime. Sto parlando dell’essere che ha condiviso cose mie intime, non della big influencer. Dettagliamo le cose”.









