Roma, 26 giugno 2025 – Nel 2024 si è raggiunto un nuovo record nel numero di detenuti tossicodipendenti nelle carceri italiane, evidenziando un quadro sempre più critico del sistema penitenziario e delle politiche antidroga in vigore da oltre trent’anni. La sedicesima edizione del Libro Bianco sulle droghe, presentata oggi alla Camera dei Deputati, conferma il peggioramento dei dati relativi agli effetti penali del Testo Unico sugli stupefacenti, noto anche come legge Iervolino-Vassalli, principale normativa che regola la materia dal 1990.
Record di detenuti tossicodipendenti e sovraffollamento carcerario
Nel 2024, gli ingressi in carcere per reati connessi alla detenzione di sostanze a fini di spaccio sono aumentati del 4,9%, con 11.220 ingressi totali, pari al 25,8% di tutti gli ingressi in carcere. Al 31 dicembre 2024, la popolazione detenuta sfiora i 62.000, di cui oltre 13.000 per il solo articolo 73 del Testo Unico, che punisce la detenzione a fini di spaccio. Complessivamente, il 34,1% dei detenuti è incarcerato per reati legati alle droghe, una percentuale doppia rispetto alla media europea (18%) e superiore anche alla media mondiale (22%). Di questi, il 31,9% (quasi 20.000 persone) sono detenuti “certificati” tossicodipendenti, un dato che non si registrava dal 2006.
Parallelamente, crescono le misure alternative alla detenzione: oltre 150.000 persone sono attualmente sottoposte a misure come la messa alla prova o sanzioni in comunità. Tuttavia, il sovraffollamento carcerario e le condizioni delle strutture rimangono critici, aggravando la situazione delle persone detenute.
L’importanza del Testo Unico sulle droghe
Il Testo Unico sulle droghe, noto come legge Iervolino-Vassalli, rappresenta il fulcro normativo della politica antidroga italiana. Introdotto nel 1990 e successivamente modificato, il testo mantiene un approccio restrittivo nei confronti della detenzione e del traffico di sostanze stupefacenti. Le pene per il reato di spaccio sono severe, senza distinzioni tra droghe leggere e pesanti, con una soglia di possesso personale molto bassa che porta facilmente a contestazioni penali.
La legge è spesso al centro di dibattiti e critiche, soprattutto per l’impatto che ha sul sistema carcerario e sulla gestione delle dipendenze. Nel 2014, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge Fini-Giovanardi, che aveva equiparato droghe leggere e pesanti, facendo tornare in vigore la normativa Iervolino-Vassalli. Attualmente, è in corso un confronto politico e sociale sulle possibili riforme, anche in vista della Conferenza nazionale sulle droghe prevista per il novembre 2025 a Roma.






