A Garlasco continuano ad infiammarsi le polemiche sull’impronta 33 legata al delitto di Chiara Poggi, la giovane uccisa nella villetta di via Giovanni Pascoli il 13 agosto 2007. A distanza di oltre diciotto anni dal tragico evento, la questione scientifica resta al centro di una accesa battaglia tra esperti e periti. Ecco i dettagli.
Delitto di Garlasco, il contenzioso sull’impronta 33: la difesa di Stasi rilancia
Nel corso della trasmissione Ore 14 dello scorso 11 settembre, il genetista Pasquale Linarello, consulente della difesa di Alberto Stasi, ha ribadito la tesi secondo cui l’impronta 33 rinvenuta sul muro del disimpegno che conduce alla cantina sarebbe una vera e propria traccia di sangue, appartenente presumibilmente all’assassino. Linarello ha sottolineato che questa impronta è l’unica a reagire alla ninidrina, un reagente che evidenzia la presenza di materiale organico, e ha evidenziato una porzione più intensa con pigmentazione violacea, segno di sangue o sudore. Secondo il consulente, ciò suggerisce che l’individuo si sarebbe “pulito frettolosamente le mani” lasciando la traccia, probabilmente in posizione eretta e non durante l’aggressione.
Dall’altra parte, Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, ha definito le conclusioni di Linarello “prive di base concreta” e ha ricordato che i test sulle tracce di sangue del 2007 risultarono negativi. Capra ha criticato la tardività delle ipotesi, sottolineando che “diciassette anni dopo non si possono avanzare supposizioni senza dati certi”.
L’incidente probatorio e nuove analisi genetiche
Il maxi incidente probatorio, iniziato a giugno e ancora in corso, ha visto impegnati periti incaricati dalla Procura di Pavia, che hanno analizzato le tracce biologiche conservate, tra cui l’impronta 33 e la misteriosa impronta 10, anch’essa mai attribuita con certezza.
Le nuove tecnologie e reagenti più sensibili potrebbero contribuire a isolare materiale genetico utile, superando i limiti delle analisi effettuate oltre un decennio fa. Tuttavia, le indiscrezioni rivelano che finora non è stato possibile estrarre profili genetici dalle impronte conservate su acetati, inclusa l’impronta 10, che si riteneva potesse appartenere all’assassino.
L’avvocata Angela Taccia, legale di Andrea Sempio, attualmente indagato, ha ribadito l’estraneità del suo assistito alla scena del crimine, definendo i risultati finora emersi come conferma della sua totale innocenza.
La difesa di Stasi insiste sulla sua innocenza
In parallelo, la difesa di Stasi continua a contestare la colpevolezza del condannato, sostenendo che errori nelle indagini e nella raccolta delle prove potrebbero aver compromesso il processo, mentre la Procura di Pavia prosegue le indagini con nuove acquisizioni e perizie tecniche.
Garlasco resta teatro di una delle vicende giudiziarie più complesse e dibattute degli ultimi due decenni, con la scienza forense chiamata a dirimere un nodo cruciale: la natura e la provenienza dell’impronta 33, elemento chiave della ricostruzione del delitto di Chiara Poggi.





