Torino, 15 novembre 2025 – Una semplice e drammatica richiesta di aiuto ha dato il via a una straordinaria catena di solidarietà internazionale che ha salvato la vita di un bambino somalo di appena 13 mesi affetto da una grave cardiopatia congenita. Il piccolo Muse, nato con una malformazione nota come canale atrioventricolare completo (CAV) in un contesto di sindrome di Down, è stato trasferito dalla Somalia all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico risolutivo eseguito con successo dai medici specializzati.
La richiesta d’aiuto dalla Somalia a Torino che ha cambiato una vita
Il messaggio di posta elettronica con l’oggetto “Help me”, inviato dal padre di Muse al dottor Carlo Pace Napoleone, direttore della cardiochirurgia pediatrica del Regina Margherita, ha rappresentato un appello urgente e sincero. Nonostante la brevità, queste due parole hanno catturato immediatamente l’attenzione del medico, che ha riconosciuto l’urgenza della situazione e la necessità di un intervento tempestivo.
La cardiopatia di cui soffriva il piccolo Muse, un canale atrioventricolare completo (CAV), era stata diagnosticata in Somalia, dove però non esistono le strutture adatte per operare casi così complessi. Dopo i sei mesi di vita, infatti, la malattia avrebbe potuto provocare danni irreversibili ai polmoni. La solidarietà è scattata anche grazie al legame storico tra la città di Torino e la regione di Hargeisa, dove anni fa medici torinesi avevano contribuito alla costruzione di un centro sanitario supportato dalla Fondazione Specchio dei Tempi.
La rete di solidarietà e l’intervento salvavita
Il trasferimento di Muse a Torino è stato organizzato con il supporto della Flying Angels Foundation, che ha gestito il viaggio aereo dal Corno d’Africa all’Italia il 19 ottobre scorso. La Fondazione Mediolanum e un consulente finanziario hanno promosso una raccolta fondi per sostenere le spese mediche, mentre l’Associazione Amici Bambini Cardiopatici ha assistito la madre del piccolo, offrendo vitto e alloggio vicino all’ospedale.

Dopo i necessari accertamenti presso il reparto di cardiologia pediatrica diretto dalla dottoressa Chiara Riggi, Muse è stato operato dall’équipe guidata dal dottor Pace Napoleone, nell’ambito del Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino diretto da Franca Fagioli. L’intervento, durato sei ore e condotto con l’ausilio della circolazione extra-corporea, ha permesso di correggere la grave malformazione cardiaca. Il risveglio post-operatorio è stato positivo: il bambino ha ripreso a respirare autonomamente ed è stato definito stabile dai medici.
Secondo i dati forniti dall’ospedale, le cardiopatie congenite colpiscono lo 0,8% dei nati vivi e, grazie alle attuali tecnologie e competenze mediche, circa il 95% dei bambini operati sopravvive fino all’età adulta. Tuttavia, questo tasso di successo dipende fortemente dal luogo di nascita e dalla disponibilità di centri specializzati come quello torinese.
Il caso di Muse rappresenta un esempio concreto di come la collaborazione internazionale e la solidarietà possano fare la differenza nel garantire cure salvavita a pazienti provenienti da contesti sanitari svantaggiati.






