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Corteo pro Palestina prova a bloccare l’aeroporto di Torino. Fermato dalla polizia

Migliaia in marcia da piazza Crispi verso Caselle per chiedere lo stop ai voli su Tel Aviv e denunciare il ruolo di Leonardo nella fornitura di armi a Israele

by Alessandro Bolzani
27 Settembre 2025
Corteo pro Palestina diretto a Caselle per il blocco dell'aeroporto

Corteo pro Palestina diretto a Caselle per il blocco dell'aeroporto | ANSA/TINO ROMANO - Alanews.it

Torino, 27 settembre 2025 – Alcune migliaia di manifestanti hanno dato vita questo pomeriggio a un corteo pro Palestina partito da piazza Crispi e diretto verso l’aeroporto Sandro Pertini di Caselle, situato nella città metropolitana di Torino. L’iniziativa, organizzata dal coordinamento “Torino per Gaza”, ha come obiettivo il blocco dello scalo aeroportuale, punto nevralgico della viabilità nazionale e internazionale del Piemonte.

Il corteo pro Palestina e le motivazioni del blocco all’aeroporto di Torino

I manifestanti, tra cui anche un bambino con il volto coperto da una kefiah e una finta fionda simile a quelle usate durante l’Intifada, hanno attraversato la statale verso Borgaro, toccando anche una delle sedi piemontesi della multinazionale Leonardo. Al seguito del corteo, alcune centinaia di persone erano in bicicletta, mentre il resto sfilava dietro una grande bandiera palestinese e con striscioni recanti scritte provocatorie come “Fermiamo il Terzo Reich israeliano che ammazza i bambini e i giornalisti” e “Blocchiamo tutto”.

Il coordinamento “Torino per Gaza” ha dichiarato che l’intento è quello di mettere in pratica ciò che hanno promesso: “bloccare tutto”, compreso l’aeroporto di Torino Caselle, per arrecare un danno economico a uno dei punti strategici della regione Piemonte. Le proteste si oppongono inoltre ai voli diretti verso Tel Aviv, che secondo gli organizzatori consentirebbero ai soldati israeliani di rientrare in Italia per riposarsi durante il conflitto in corso.

Contestazione a Leonardo, simbolo della produzione militare

Il corteo ha puntato anche sulle attività di Leonardo S.p.A., colosso italiano del settore difesa e aerospazio con diverse sedi in Piemonte. Gli organizzatori hanno sottolineato come Leonardo produca e assembli componenti dell’Eurofighter Typhoon, sviluppi droni, sistemi di sorveglianza e tecnologie di cybersicurezza, tutti strumenti di guerra venduti e forniti a Israele. La protesta intende così interrompere quella che definiscono una “complicità militare ed economica” con l’entità sionista.

Le manifestazioni di oggi si inseriscono nel contesto di un’ondata di proteste pro Palestina che si sono verificate in diverse città italiane, spesso sfociando in tensioni con le forze dell’ordine, come dimostrano i recenti scontri a Milano e altre località. A Torino, tuttavia, la manifestazione si è svolta con la partecipazione di migliaia di persone e senza incidenti segnalati fino a questo momento.

Il corteo pro Palestina è stato bloccato dalla polizia

Il corteo di manifestanti pro Palestina diretto all’aeroporto torinese Sandro Pertini di Caselle è stato fermato dalla polizia lungo strada dell’Aeroporto, mentre cercava di raggiungere la superstrada verso lo scalo. Gli agenti hanno creato un cordone per impedire al corteo di avanzare, schierando un ampio reparto mobile e predisponendo anche un idrante. La zona è sorvolata da un elicottero delle forze dell’ordine per monitorare la situazione. I manifestanti, in risposta al blocco, scandiscono slogan di protesta come “Vergogna, vergogna” e sventolano numerose bandiere della Palestina, mentre la tensione resta alta tra le due parti.

Gli scontri con la polizia

All’uscita dalla città, lo schieramento degli agenti ha bloccato il corteo, ma alcuni partecipanti hanno cercato comunque di forzare il cordone. Secondo quanto riferito, i manifestanti hanno lanciato bottiglie di vetro, sassi, torce, fumogeni e grossi petardi contro gli agenti, colpendoli anche con le aste delle bandiere palestinesi. La polizia ha risposto mantenendo il blocco, impiegando un idrante e lacrimogeni per disperdere i manifestanti. Dopo lo scontro, il corteo ha annunciato di tornare indietro e cercare percorsi alternativi per raggiungere l’aeroporto.

Nel frattempo, circa un centinaio di manifestanti in bicicletta è riuscito a entrare sulla superstrada che porta allo scalo, a una quindicina di chilometri dalla città. A Borgaro Torinese, a metà strada verso l’aeroporto, una cinquantina di persone mantiene un presidio. La superstrada è stata chiusa in direzione aeroporto, mentre rimane percorribile verso Torino, con uscita obbligatoria prima dell’arrivo in città.

I manifestanti riferiscono dieci feriti durante il tentativo di sfondare il cordone della polizia. Le persone ferite si stanno medicando in un’auto sanitaria autorganizzata dal corteo, con acqua, disinfettanti e ghiaccio. Il corteo ha poi ripreso a muoversi di qualche isolato, cercando un’altra via per raggiungere lo scalo.

Tags: Manifestazione Pro Palestinaprima paginaTorino

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