Roma, 8 dicembre 2025 – L’Italia continua a fare i conti con una diffusione preoccupante della corruzione, come emerge dal dossier annuale di Libera intitolato Italia sotto mazzetta, pubblicato in vista della Giornata internazionale della lotta alla corruzione del 9 dicembre. L’associazione, impegnata da decenni nel contrasto alle mafie e alla criminalità organizzata, ha censito 96 inchieste aperte nel corso del 2025, con un totale di 1.028 indagati, quasi il doppio rispetto ai 588 dello scorso anno.

La mappa della corruzione in Italia: il Sud in prima linea
Le regioni meridionali con le isole si confermano epicentro della corruzione, con 48 indagini attive, seguite da quelle del Centro (25) e del Nord (23). La Campania si distingue purtroppo come “maglia nera”, con 219 persone indagate, seguita dalla Calabria (141) e dalla Puglia (110). Nel Nord, la Liguria guida la classifica con 82 indagati, seguita dal Piemonte con 80.
Le tipologie di reato sono molteplici: si va dalle mazzette per attestazioni false, come quelle relative a certificati di residenza o di morte, fino agli scambi di favori che agevolano l’assegnazione di appalti nel settore sanitario, nella gestione dei rifiuti, nelle costruzioni pubbliche e nei servizi scolastici. Non mancano inoltre i casi di concorsi universitari truccati, scambi politici-elettorali e infiltrazioni mafiose nelle grandi opere pubbliche.
Un sistema radicato con il coinvolgimento di migliaia di persone
Le inchieste coinvolgono complessivamente 49 procure in 15 regioni italiane e un migliaio di soggetti tra amministratori pubblici, politici (53), funzionari, imprenditori, professionisti e membri della criminalità organizzata. Tra i politici indagati – che rappresentano il 5,5% del totale – figurano 24 sindaci. La concentrazione maggiore di politici sotto inchiesta si registra in Campania e Puglia (13), seguite da Sicilia (8) e Lombardia (6).
Libera sottolinea come la corruzione sia spesso ancora un fenomeno organizzato e sistemico, dove il rispetto delle regole viene garantito da vari attori a seconda del contesto. L’associazione evidenzia inoltre il crescente rischio che la corruzione venga percepita come un elemento “normale” nel percorso politico e imprenditoriale, favorendo una “selezione dei peggiori” che mina la qualità della vita, dei servizi pubblici e della stessa democrazia.
Il ruolo di Libera nella lotta alla corruzione e alle mafie
Fondata nel 1995 da don Luigi Ciotti, Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie è un’associazione di promozione sociale che coordina oltre 1600 realtà impegnate nella lotta alla criminalità organizzata. L’associazione promuove iniziative per l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, l’educazione alla legalità, il sostegno alle vittime innocenti e il contrasto alla corruzione.
Con progetti di formazione, campi di volontariato e attività di sensibilizzazione, Libera rappresenta un punto di riferimento fondamentale nel contrasto alla diffusione delle illegalità in Italia, denunciando anche il legame tra gioco d’azzardo e mafie che alimenta ulteriormente il fenomeno criminale.
Nel quadro di un’Italia in cui la corruzione continua a essere una piaga radicata anche nel 2025, la mobilitazione civile e l’azione delle istituzioni rimangono indispensabili per invertire la rotta.






