Verona, 16 ottobre 2025 – È stato convalidato dall’autorità giudiziaria di Verona l’arresto di Maria Luisa Ramponi, la donna accusata di aver innescato l’esplosione che ha causato la morte di tre carabinieri nel casolare di famiglia a Castel d’Azzano, la notte tra lunedì 13 e martedì 14 ottobre. La decisione è stata presa dal Gip Carola Musio durante l’udienza alla quale ha partecipato l’avvocato difensore della donna, Alessandro Ballottin. Maria Luisa Ramponi, rimasta gravemente ferita nell’esplosione, è tuttora ricoverata in terapia intensiva all’ospedale di Borgo Trento, dove resta intubata.
L’esplosione e il bilancio della tragedia
La deflagrazione, causata dall’accensione di bombole di gas e molotov all’interno del casolare saturato di gas, ha provocato il crollo dell’edificio e la morte sul colpo di tre carabinieri: il luogotenente speciale Marco Piffari, il carabiniere scelto Davide Bernardello e il brigadiere capo speciale Valerio Daprà. Altri 27 tra carabinieri, agenti di polizia e vigili del fuoco sono rimasti feriti, alcuni in modo grave ma senza rischio di vita. Le condizioni cliniche dei feriti ricoverati sono stazionarie e sotto costante monitoraggio nei reparti di terapia intensiva.
Le indagini sulla morte dei carabinieri
Maria Luisa Ramponi è accusata di strage insieme ai fratelli Franco e Dino, entrambi già detenuti. Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante gli interrogatori di garanzia davanti al Gip. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Silvia Facciotti, ha definito l’episodio come strage premeditata. I tre fratelli, proprietari di un’azienda agricola in difficoltà finanziarie, avevano già minacciato in passato di far esplodere il casolare per opporsi allo sfratto esecutivo. Nel novembre 2024, Maria Luisa aveva dichiarato in un’intervista di aver riempito la casa di gas come forma di resistenza contro il pignoramento, denunciando di essere stati vittime di una serie di ingiustizie legali e economiche che avevano portato alla perdita dell’azienda e di terreni per un valore stimato di un milione di euro.
Le forze dell’ordine erano intervenute più volte negli ultimi mesi per tentativi di sgombero e perquisizioni, durante le quali erano state trovate bottiglie molotov sul tetto del casolare. Nonostante ciò, nessuno aveva previsto la drammatica escalation che ha portato alla tragedia di Castel d’Azzano.
Maria Luisa Ramponi rimane in terapia intensiva, mentre i fratelli Franco e Dino sono in carcere a Montorio, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto fissata a breve. L’autopsia sui tre carabinieri vittime è stata affidata al medico legale Federica Bortolotti. Le indagini proseguono per chiarire tutti i dettagli di quanto accaduto.
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