La comunità musulmana milanese chiede chiarezza normativa e maggiori luoghi di culto riconosciuti per garantire libertà religiosa, sicurezza e integrazione sociale.
Milano, 10 luglio 2025 – La questione degli spazi per il culto islamico a Milano e in Lombardia torna al centro del dibattito pubblico dopo un presidio organizzato dalla Lega davanti al centro ‘Imam Ali’, nel capoluogo lombardo. Sul tavolo resta la carenza di luoghi ufficialmente riconosciuti per la preghiera, mentre la comunità musulmana locale respinge con fermezza le accuse di “moschee abusive”, rivendicando il diritto a spazi sicuri e dignitosi per il culto.
La situazione delle moschee a Milano e in Lombardia
A Milano, città metropolitana con oltre 1,3 milioni di abitanti e una comunità musulmana stimata in quasi 600 mila persone in Lombardia, la disponibilità di luoghi di culto ufficiali è estremamente limitata. Saif Eddine Abouabid, rappresentante della comunità islamica italiana, evidenzia che nell’area metropolitana milanese esistono solo 50-60 sedi tra centri culturali e di culto, ma soltanto sei sono riconosciute ufficialmente. Tra queste, una moschea storica si trova a Segrate, con caratteristiche architettoniche come cupola e minareto, mentre gli altri cinque luoghi hanno una semplice concessione per l’uso come spazio di preghiera.
“Moschee abusive non esistono”, afferma Abouabid, sottolineando che molte strutture stanno seguendo iter legali per ottenere il riconoscimento e che la vera difficoltà è rappresentata dalla mancanza di una normativa chiara sull’edilizia per il culto delle religioni non cattoliche. La comunità musulmana, aggiunge, è la prima a voler evitare ogni forma di abusivismo, lavorando per avere sedi ufficiali, trasparenti e aperte che contribuiscano positivamente alla società.
Una richiesta di dignità e inclusione
Non avere un luogo di culto adeguato ha ripercussioni significative sulla vita quotidiana dei fedeli. Yomna Elrab, studentessa di Relazioni Internazionali e milanese di fede musulmana, spiega che l’assenza di spazi per la preghiera influisce sulla dignità personale e sulla possibilità di esprimere la propria spiritualità non solo durante le festività, ma anche a scuola, al lavoro e all’università. “Il vero problema è la mancanza di volontà politica nel creare spazi dignitosi per i musulmani”, afferma.
Le immagini degli ultimi festeggiamenti per l’Eid al-Adha, celebrata il 6 giugno scorso presso il campo sportivo di Famagosta a Milano, mostrano migliaia di fedeli riuniti in spazi provvisori, a testimonianza della difficoltà nel trovare sedi permanenti e riconosciute.
Saif Eddine Abouabid risponde anche a chi teme che il conflitto israelo-palestinese possa influenzare negativamente la questione della presenza islamica in Italia: “La causa palestinese non deve essere confusa con le questioni della comunità musulmana italiana, che è parte integrante del Paese e rispetta pienamente le leggi italiane.”
La discussione su moschee e luoghi di culto a Milano riflette quindi un tema più ampio, che riguarda la libertà religiosa, l’inclusione sociale e il riconoscimento istituzionale in una delle città più popolose e multiculturali d’Italia.
Fonte: Nicoletta Totaro - Milano, comunità islamica risponde: "Moschee abusive? Non esistono, chiediamo spazi sicuri"





