Kathmandu, 4 dicembre 2025 – Maurizio Folini, “pilota degli ottomila” e guida alpina valtellinese, continua a distinguersi per la sua abilità nel condurre operazioni di salvataggio con l’elicottero in altissima quota sull’Himalaya. A 60 anni, con oltre 15mila ore di volo, Folini è una figura di riferimento nel campo dell’elisoccorso estremo, specializzato nel recupero di alpinisti oltre i 7.000 metri, quota che fino a pochi anni fa era considerata quasi irraggiungibile per i mezzi aerei.
Il soccorso più alto mai effettuato in elicottero sull’Everest
Nel 2013 Maurizio Folini ha realizzato un’impresa storica: il salvataggio di un alpinista a 7.800 metri, poco sotto il Campo IV dell’Everest, utilizzando la tecnica della longline, una doppia corda appesa al gancio baricentrico dell’elicottero. Per affrontare condizioni estreme, ha alleggerito al massimo il velivolo – togliendo le porte, limitando il carburante e riducendo al minimo l’erogazione di ossigeno – e ha mantenuto l’elicottero sospeso in hovering sopra la parete, in un ambiente dove l’aria è così rarefatta da rendere difficoltosa la portanza e la comunicazione radio. Folini, che trascorre le stagioni primaverili e autunnali in Nepal con la compagnia Kailash Helicopter Services, è tra i pochissimi al mondo ad aver perfezionato questa tecnica, insegnandola anche agli sherpa che assistono le spedizioni.
Maurizio Folini, esperienza e formazione: un binomio vincente tra Valtellina e Himalaya
Originario di Chiuro, in provincia di Sondrio, Folini ha iniziato la sua carriera nei cieli europei, ottenendo il brevetto di pilota di elicottero in California dopo anni di dedizione allo scialpinismo, al parapendio e al deltaplano. La sua passione per la montagna e il volo lo ha portato a specializzarsi nei soccorsi alpini e a trasferirsi in Nepal, dove contribuisce alla creazione e al coordinamento di una rete di elisoccorso tra le vette più alte del pianeta. Il suo lavoro si estende anche alle Alpi, tra Valtellina ed Engadina, dove si occupa di trasporti di materiali, operazioni di sicurezza e soccorso in montagna.
Folini non si limita a pilotare: è un formatore che trasmette le competenze necessarie per operare in condizioni estreme ai piloti nepalesi e agli sherpa. Negli ultimi anni ha coordinato le ricerche durante eventi drammatici, come la recente tempesta causata dal ciclone Montha che ha colpito la valle del Rolwaling, causando la morte di diversi alpinisti. In queste situazioni, la sua esperienza è risultata cruciale per la gestione delle emergenze ad alta quota.
Le sfide del volo in alta quota e il futuro dell’elisoccorso himalayano
Il volo a queste altitudini presenta numerose difficoltà: la rarità dell’aria riduce la portanza dell’elicottero, la comunicazione radio è compromessa dall’uso della maschera per l’ossigeno, e l’elicottero può trasportare solo un passeggero alla volta, rendendo ogni operazione un delicato equilibrio tra tecnica e coordinamento umano. Folini sottolinea che mantenere lucidità in queste condizioni, paragonabili a uno stato di ebbrezza, è la sfida più ardua.
L’innovazione tecnologica ha migliorato notevolmente le prestazioni degli elicotteri, come i modelli Airbus H125, più potenti e dotati di avionica avanzata, ma l’esperienza del pilota e la formazione del personale a terra rimangono elementi imprescindibili. Folini è tra i pochi esperti in grado di effettuare queste manovre, e continua a trasmettere il proprio know-how per garantire sicurezza e rapidità nelle operazioni di soccorso, contribuendo così a salvare vite sulle vette più alte del mondo.
Nel suo tempo libero, Folini coltiva il legame con la sua terra, la Valtellina, dove vive con la famiglia e pratica scialpinismo, attività che considera complementare alla sua professione di pilota in montagna, aiutandolo a interpretare i segnali e le mutevoli condizioni delle montagne sia in Italia che in Nepal.






