Roma, 13 novembre 2025 – In occasione del suo centesimo compleanno, Angelo Nazio, partigiano dei GAP (Gruppi di Azione Patriottica), ha ripercorso le tappe della sua esperienza nella Resistenza italiana con una lunga intervista che offre uno spaccato diretto e personale di quegli anni cruciali della storia nazionale.
La testimonianza di Angelo Nazio sulla Resistenza

Nato a Roma il 3 novembre 1925, Angelo Nazio entrò giovanissimo nella lotta antifascista. “Durante la guerra c’erano molte coscienze addormentate – racconta – Prima dell’8 settembre, a 15 anni, distribuivo stampa clandestina ma era molto pericoloso perché era pieno di delatori”. I primi contatti con la Resistenza li ebbe attraverso il Partito d’Azione, che però subì numerosi arresti, spingendolo a entrare nei GAP, dove trovò un metodo di azione più rigoroso e organizzato. “Ero il caposquadra dell’VIII zona a Centocelle; avevo costruito la mia squadra con i miei compagni di studi, eravamo in sette. La nostra amicizia era solida ed eravamo sempre più convinti di stare dalla parte giusta della lotta”.
Nazio ricorda le attività svolte: trasportavano armi e organizzavano sabotaggi, ma “non abbiamo mai sparato un colpo. Avevo un’avversione per le armi ma eravamo sotto un’occupazione”. Tra i momenti di maggiore pericolo, un episodio a Torre Maura dove, in un casolare di famiglia, nascondevano armi: un ufficiale tedesco e i suoi uomini arrivarono a riposarsi proprio lì, mettendo a rischio la vita dei partigiani. “Per fortuna mio padre ebbe un’idea e li fece andare nella casa di una famiglia fascista che era partita per il Nord”.
Riflessioni sul presente e sull’importanza della memoria
Oltre al ricordo storico, Angelo Nazio esprime anche un profondo dolore per le guerre attuali: “Soffro per quello che sta accadendo in Medio Oriente e in Ucraina, sono i civili a soffrire”. Il partigiano sottolinea come la sua idea di patria sia rimasta incompiuta e come la conoscenza delle vicende della Resistenza sia spesso assente tra i giovani: “Perché non si studiano queste cose nelle scuole? Io spesso incontro i giovani ma sono digiuni di questi temi”.
Nonostante le difficoltà e le sofferenze vissute, Nazio afferma con fermezza: “Io non mi arrendo e fino all’ultimo respiro proverò a portare un po’ di luce sul passato perché è importante per il futuro. Non bisogna rassegnarsi”. E conclude con una nota di speranza: “Se sono felice? Sì, nonostante i momenti critici la vita è bella”.
La testimonianza di Angelo Nazio, raccolta già nel 2019 e oggi rilanciata in occasione del suo centenario, è un prezioso contributo per mantenere viva la memoria di un periodo storico fondamentale per l’Italia, ricordando il valore della lotta partigiana e l’importanza di difendere la libertà e la democrazia.






