Catania, 12 settembre 2025 – L’ex rettore dell’Università di Catania, Francesco Basile, è stato condannato a due anni e dieci mesi di reclusione per i reati di concussione e tentata concussione. La sentenza è stata emessa dal giudice per l’udienza preliminare (gup) nell’ambito di un procedimento giudiziario collegato all’organizzazione di un importante congresso medico svoltosi a Catania nel 2021.
Le motivazioni della sentenza e le pene accessorie
Il giudice ha concesso le attenuanti generiche a Basile, che è stato inoltre interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e dichiarato incapace di contrattare con la pubblica amministrazione, salvo per ottenere prestazioni di pubblico servizio. A carico dell’ex rettore è stato disposto anche il pagamento di 3.000 euro al Fondo unico giustizia. Basile, medico chirurgo e docente universitario, ha ricoperto la carica di rettore dal febbraio 2017 fino alla sospensione nel luglio 2019, in seguito allo scandalo noto come “Università bandita”.
Il processo ha coinvolto anche altri imputati, tra cui l’ex assessora ai Grandi Eventi del Comune di Catania, Barbara Mirabella, assolta dall’accusa di corruzione e da quelle di concussione e tentata concussione. La Mirabella era stata agli arresti domiciliari nel settembre 2022, in piena campagna elettorale regionale, da cui si era ritirata. Assolti con la formula “perché il fatto non sussiste” anche gli imprenditori Sabrina Rubeo, Eugenio Marzullo e Giovanni Trovato, nonché le società New Congress srl ed Expo srl.
La reazione delle difesa di Francesco Basile
Il pm Fabio Regolo, che aveva inizialmente avanzato richieste più severe, ha rimodulato le sue richieste in fase di discussione, chiedendo l’assoluzione per Mirabella e gli altri imputati eccetto Basile, per il quale ha chiesto la condanna a 2 anni e 10 mesi per concussione e tentata concussione, rigettando invece l’accusa di corruzione.
Gli avvocati difensori di Basile, Angelo Pennisi e Attilio Floresta, hanno annunciato che la sentenza sarà oggetto di impugnazione, sottolineando il rispetto per la decisione del tribunale. I legali di Mirabella, Maria Licata e Ivan Albo, hanno espresso soddisfazione per l’assoluzione, evidenziando come il pm si sia allineato alle loro tesi difensive, riconoscendo la regolarità della condotta dell’ex assessora.
Il procedimento giudiziario prende spunto dall’organizzazione del congresso della Società Italiana di Chirurgia (SIC) del 2021, durante il quale sono stati contestati pagamenti di fatture per prestazioni ritenute non necessarie da parte dei vertici della società organizzatrice, ipotesi che hanno portato all’avvio dell’inchiesta.






