Calimera, 19 novembre 2025 – Una tragedia ha scosso la comunità di Calimera, nel Leccese, con il ritrovamento dei corpi senza vita di una madre, Najoua Minnito, 35 anni, e del figlio Elia Perrone, di 8 anni. I cadaveri sono stati rinvenuti in due luoghi distinti: la donna è stata trovata in mare nelle acque di Torre dell’Orso, mentre il bambino è stato scoperto nella loro abitazione di via Montinari.
Madre e figlio trovati morti a Calimera: il ritrovamento e le prime indagini
Le forze dell’ordine sono intervenute dopo la segnalazione dell’ex marito della donna, preoccupato per la mancata notizia della moglie e del figlio. I carabinieri della compagnia di Lecce hanno effettuato il macabro rinvenimento del corpo del bambino nella sua cameretta, dove erano evidenti segni di violenza, tra cui ferite da arma da taglio e segni di strangolamento. La madre, invece, è stata recuperata in mare da un sub, nelle immediate vicinanze di Torre dell’Orso, a pochi chilometri da Calimera.
Secondo quanto riferito, il piccolo Elia non era stato portato a scuola ieri, circostanza che aveva destato ulteriori sospetti. Le indagini, coordinate dalla procura di Lecce con il pm Erika Masetti, si concentrano sull’ipotesi di un omicidio-suicidio, anche se sarà l’autopsia a chiarire con certezza le cause della morte di entrambi.
La drammatica dinamica familiare
Dai racconti raccolti emerge un quadro familiare complesso e segnato da tensioni. Il padre del piccolo, con cui la donna era separata da due anni, aveva sporto denuncia al Comune di Calimera il 16 dicembre 2024, dopo una visita in cui Najoua Minnito lo aveva accusato di essere “responsabile di qualsiasi cosa capitasse a lei e a Elia”. In quell’occasione la donna aveva espresso frasi preoccupanti, come “Saluta bene Elia perché lo porto con me” e “È già capitato che io sia andata di fronte al mare con la macchina”.
Brizio Tommasi, zio paterno di Elia, ha raccontato ai giornalisti come tra i due ex coniugi ci fosse un forte astio. Ha inoltre denunciato presunti maltrattamenti da parte della madre nei confronti del bambino: “Lei lo maltrattava, gli diceva sei ‘una merda’”, ha detto, sottolineando come il piccolo fosse intelligente e sveglio e che avrebbe potuto confidare queste cose a scuola o ai nonni.
La donna, originaria della provincia di Reggio Calabria ma residente da anni nel Salento, aveva pubblicato sui social immagini che la ritraevano in momenti di apparente serenità insieme al figlio. Tra i post più significativi, una foto di mare con la didascalia “Il mare è l’unico luogo che mi trasmette tranquillità e serenità”, un dettaglio che assume un peso particolare alla luce del tragico epilogo.
La reazione della comunità e delle istituzioni
Il sindaco di Calimera, Gianluca Tommasi, ha espresso il dolore profondo della comunità in una nota ufficiale: “La tragedia che ci ha colpiti rappresenta un dolore immenso e difficile da comprendere. Un pensiero particolare va ai bambini e ai ragazzi del nostro paese, che più di tutti rischiano di essere colpiti dalla paura e dalla confusione”. Il primo cittadino ha inoltre invitato la cittadinanza a rispettare il lavoro delle forze dell’ordine, evitando la diffusione di voci non verificate che potrebbero aggravare il dolore collettivo.
Anche la scuola che Elia frequentava, l’Istituto comprensivo di Calimera, ha espresso il proprio cordoglio con un messaggio listato a lutto sulla homepage del sito. La dirigente scolastica, Elisabetta Dell’Atti, ha scritto: “Sgomenti e senza parole per esprimere il dolore che tutti noi stiamo provando in questo momento. Restiamo saldi ed uniti, per sostenere i ‘nostri figli’. La scuola è presente”.
Le indagini proseguono sotto la supervisione della procura e con il supporto dei carabinieri, che nelle prossime ore affideranno gli incarichi per le autopsie. L’intera comunità resta in attesa di ulteriori sviluppi per comprendere appieno la dinamica di questa drammatica vicenda familiare.






