Vienna, 16 luglio 2025 – Nuovi sviluppi nelle indagini sulla morte di Aurora Maniscalco, la giovane hostess palermitana precipitata dal terzo piano di un edificio a Vienna nella notte tra il 21 e il 22 giugno. La famiglia della ragazza, attraverso il proprio legale, ha presentato esposti alle procure di Palermo e Vienna, chiedendo approfondimenti investigativi e sequestri urgenti per fare luce sulle circostanze della tragedia.
Aurora Maniscalco, richiesta della famiglia: acquisizioni e nuovi accertamenti
L’avvocato Alberto Raffadale, che assiste i familiari di Aurora Maniscalco, ha chiesto formalmente al pubblico ministero Ludovica D’Alessio di eseguire una serie di verifiche fondamentali per chiarire la dinamica dei fatti. Tra le richieste, figura in particolare l’acquisizione di tutte le registrazioni video provenienti dai sistemi di sorveglianza dell’area di Universumstrasse 23-29 a Vienna, luogo in cui si trovava l’appartamento della giovane. Chiesta anche l’analisi dettagliata del cellulare di Aurora e di quello del fidanzato Elio Bargione, con l’obiettivo di ricostruire gli ultimi momenti vissuti dalla ragazza e verificare eventuali incongruenze.
La famiglia ha inoltre sollecitato un nuovo sopralluogo nell’appartamento per cercare eventuali tracce o elementi biologici che possano contraddire la tesi del suicidio, attualmente ritenuta ufficiale dalla polizia austriaca. Sono stati richiesti un accurato esame dattiloscopico sulla balaustra dell’appartamento e l’acquisizione della documentazione fotografica scattata dalle forze dell’ordine intervenute sul posto.
Un elemento centrale delle indagini riguarda la testimonianza di una vicina di casa che, in un filmato depositato, ha riferito di continui e accesi litigi tra Aurora e il fidanzato, durante i quali si sarebbero sentiti rumori come mobili spostati e oggetti lanciati. La stessa testimone ha riferito di due versioni contrastanti fornite da Bargione riguardo all’accaduto. Per questo motivo, l’avvocato Raffadale ha chiesto di risentire i testimoni, alla luce anche dei risultati dell’autopsia eseguita all’istituto di medicina legale, che sembrerebbero smentire la versione ufficiale della caduta accidentale.
Il contesto e i dubbi della famiglia
Aurora Maniscalco, 24 anni, lavorava come assistente di volo per la compagnia Lauda Air e viveva a Vienna da circa tre anni. La notte della tragedia, si trovava nell’appartamento con il fidanzato, anch’egli palermitano, che ha dichiarato di aver assistito a una lite prima della caduta della giovane. Secondo la polizia austriaca, la ragazza si sarebbe tolta la vita gettandosi dal balcone, ma la famiglia ha espresso forti dubbi su questa versione.
Il padre di Aurora, Francesco Paolo Maniscalco, ha raccontato di aver appreso solo dopo molte ore della tragedia e ha sottolineato come la giovane fosse una persona solare, con progetti per il futuro. Sono emerse inoltre perplessità riguardo alla gestione delle indagini: l’appartamento non è stato sequestrato, né sono stati immediatamente acquisiti i dispositivi elettronici della vittima. Inoltre, si evidenzia la stranezza di alcuni accessi al cellulare di Aurora durante il suo ricovero in condizioni critiche, poi bloccati con impostazioni di privacy modificate.
La procura di Palermo ha disposto l’autopsia, il cui esito è atteso per fornire ulteriori elementi sull’accaduto. Nel frattempo, è stato notificato un avviso di garanzia a Elio Bargione, indagato per istigazione al suicidio, mentre la procura austriaca mantiene chiusa la pratica sulla base della tesi del suicidio.
Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha espresso il cordoglio della città e si è associato alla richiesta di verità avanzata dalla famiglia, sottolineando la necessità di fare luce su questa tragica vicenda.






