Modena, 17 novembre 2025 – Fa discutere a Modena l’imminente apertura di un negozio specializzato nella vendita di bambole sessuali iperrealistiche in silicone, prevista per il 22 novembre. L’iniziativa, promossa da una start up locale, ha sollevato un acceso dibattito politico e sociale, con un netto intervento da parte del Partito Democratico emiliano.

Il negozio di bambole sessuali a Modena e l’indignazione del PD
A esprimere pubblicamente il proprio dissenso sono state Patrizia Belloi, portavoce della Conferenza delle Donne Democratiche, e Marika Menozzi, segretaria della Federazione provinciale del Pd di Modena. In una nota congiunta, hanno sottolineato come “le donne italiane ogni giorno combattono contro una cultura che le oggettifica e svilisce” e che l’apertura di un punto vendita di bambole sessuali iperrealistiche rappresenta un chiaro esempio di come il mercato si adatti alle nuove sensibilità senza modificare la sostanza, ossia la visione delle donne come oggetti del piacere e merce in vendita.
Il Pd modenese ha inoltre chiesto un intervento da parte delle istituzioni locali, definendo la vendita di questi prodotti non un problema di libertà individuale, bensì una questione culturale e di potere. Secondo Belloi e Menozzi, questa iniziativa rischia di perpetuare l’idea di subordinazione delle donne agli uomini, con il corpo femminile visto come a disposizione esclusiva del piacere maschile.
Un dibattito acceso tra cultura e mercato
L’apertura del negozio a Modena si inserisce in un contesto più ampio di discussione sul ruolo della donna nella società e sulla commercializzazione del corpo femminile. La reazione del Partito Democratico sottolinea come certi fenomeni di mercato possano essere letti come sintomi di una cultura ancora profondamente ancorata a stereotipi di genere dannosi.
La questione ha acceso un dibattito che vede da una parte la libertà di impresa e di scelta dei consumatori, dall’altra la necessità di promuovere una cultura di rispetto e parità di genere. L’intervento del Pd si pone dunque come un appello a riflettere sulle implicazioni sociali e culturali di scelte economiche che possono influenzare la percezione e il trattamento delle donne nella società odierna.


