Catania, 30 ottobre 2025 – Un caso drammatico ha segnato la sanità ragusana, con una sentenza che riconosce un risarcimento milionario a favore degli eredi di un uomo deceduto dopo una visita in ospedale non adeguatamente gestita.
L’aneurisma non identificato e le tragiche conseguenze
Nel corso della notte di Ferragosto, un uomo di 78 anni si è recato al pronto soccorso dell’ospedale Guzzardi di Vittoria (Ragusa) per un malore. Qui, è stato visitato esclusivamente da un infermiere che ha effettuato un elettrocardiogramma, somministrato un antispastico e un diuretico, e infine congedato il paziente rassicurandolo. Tuttavia, l’infermiere non ha allertato il medico in servizio né eseguito gli accertamenti necessari che avrebbero potuto evidenziare un aneurisma dell’aorta addominale. Poche ore dopo il ritorno a casa, l’uomo è deceduto a causa di questa patologia non diagnosticata.
La sentenza
La famiglia del 78enne, assistita dallo studio Seminara & associati di Catania, ha citato in giudizio l’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Ragusa. Il tribunale di Catania ha riconosciuto la responsabilità civile dell’Asp, condannandola a un risarcimento complessivo vicino al milione di euro. La sentenza ha definito la condotta dell’infermiere come “gravemente negligente”, sottolineando la responsabilità dell’azienda anche per azioni colpose dei propri ausiliari.
Nonostante ciò, il tribunale ha rigettato la richiesta di rivalsa dell’Asp nei confronti dell’infermiere e del medico, ritenendola inammissibile. Successivamente, la Corte d’Appello di Catania ha parzialmente accolto il ricorso dell’Asp, ammettendo la possibilità di chiamare in causa l’infermiere per esercitare la rivalsa nel medesimo procedimento. Il risarcimento che dovrà versare l’infermiere sarà calcolato secondo i limiti stabiliti dalla Legge Gelli-Bianco, ossia fino a un massimo di tre volte il reddito professionale annuo.


