Roma, 24 settembre 2025 – L’Italia sta per affrontare una svolta epocale nel mercato del lavoro e nel sistema pensionistico. Secondo le recenti analisi dell’INAPP (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche), guidato dal presidente Natale Forlani, nei prossimi dieci anni circa 6 milioni di italiani lasceranno il lavoro per andare in pensione, generando un impatto profondo e duraturo sulle finanze pubbliche e sulle condizioni di chi rimane attivo nel mercato del lavoro.
L’esodo generazionale e le sue conseguenze
Il fenomeno definito come “esodo generazionale” rappresenta una vera e propria sfida strutturale per il sistema pensionistico italiano. L’INAPP, ente pubblico di ricerca che monitora le politiche sociali e del lavoro, evidenzia come la popolazione in età lavorativa si ridurrà drasticamente, con un calo previsto di oltre un terzo entro il 2060. Questa diminuzione del numero di lavoratori attivi si traduce in una crescente difficoltà a finanziare le pensioni con i contributi versati, modello su cui si basa il sistema di welfare nazionale.
Il presidente Forlani sottolinea che la spesa pensionistica è destinata a crescere fino al 17% del Pil entro il 2040, un peso insostenibile che rischia di drenare risorse da settori essenziali come la sanità, l’istruzione e i trasporti. Il rapporto tra pensionati e lavoratori attivi si sta deteriorando, con oltre 4 milioni di over 65 non autosufficienti che necessitano di assistenza continua, ma di cui solo una minima parte può usufruire di strutture adeguate.
Il futuro incerto per i lavoratori e il sistema di welfare
Per i lavoratori di oggi, il sistema contributivo rappresenta una sfida significativa. La crescente precarietà e discontinuità delle carriere lavorative riducono il capitale accumulato per la pensione, mettendo a rischio un assegno adeguato. La necessità di prolungare la vita lavorativa per evitare pensioni troppo basse si traduce in un ulteriore rallentamento del ricambio generazionale e in una maggiore pressione sulle spalle degli attivi.
L’INAPP invita a una duplice strategia: da un lato, valorizzare il potenziale inespresso di donne e migranti regolari, fondamentali per rimpolpare il mercato del lavoro; dall’altro, promuovere la previdenza complementare privata come strumento indispensabile per garantire una vecchiaia dignitosa, integrando così l’assegno pubblico. In un contesto dove il sistema pensionistico pubblico fatica a mantenere gli standard di sostenibilità, l’iniziativa individuale diventa una componente cruciale della sicurezza sociale futura.






