Charlotte (USA), 21 ottobre 2025 – Il mondo degli scacchi piange Daniel Naroditsky, grande maestro e talento straordinario, morto a soli 29 anni. La notizia è stata diffusa dal Charlotte Chess Center, l’accademia della Carolina del Nord dove Naroditsky era capo allenatore. Nel comunicato non sono state indicate le cause del decesso, mentre la famiglia ha chiesto il massimo rispetto della privacy in questo momento di dolore.
Dall’infanzia prodigio al titolo di grande maestro
Nato il 9 novembre 1995 a San Mateo, in California, Daniel aveva imparato a giocare a scacchi a soli sei anni. Da quel momento la sua ascesa è stata fulminea: nel 2007 vinse il titolo mondiale Under 12, e a 18 anni ottenne la prestigiosa qualifica di Grande Maestro internazionale, il più alto riconoscimento della FIDE.
Il suo stile di gioco era raffinato, quasi artistico: gli esperti lo paragonavano al cubano José Raúl Capablanca per l’eleganza strategica, al russo Mikhail Botvinnik per il rigore teorico e a Garry Kasparov per la visione comunicativa.
Il grande maestro diventato divulgatore
Naroditsky non era soltanto un campione: era un divulgatore carismatico, capace di parlare degli scacchi con linguaggio chiaro e appassionante.
Su Twitch e YouTube, dove contava quasi mezzo milione di follower, trasmetteva partite in diretta, commentava tornei internazionali e spiegava con semplicità i segreti del gioco. Aveva reso gli scacchi accessibili a un nuovo pubblico, trasformandoli da disciplina elitaria a fenomeno pop e culturale.
A soli 14 anni aveva già pubblicato un libro di teoria scacchistica, e i suoi articoli sul New York Times dimostravano una straordinaria capacità di riflessione su etica, apprendimento e psicologia del gioco.
Un’eredità che va oltre la scacchiera
Con la sua energia e la sua voce pacata, Daniel Naroditsky aveva costruito una nuova immagine dello scacchista moderno: non più un genio isolato e notturno, ma un insegnante, un comunicatore, un intellettuale digitale.
Attraverso le sue lezioni e i suoi streaming, aveva insegnato che le 64 caselle possono essere anche uno spazio di empatia, cultura e condivisione.
Oggi, colleghi e appassionati di tutto il mondo lo ricordano come un maestro gentile e un innovatore, un simbolo di come la passione possa unire il rigore scientifico alla bellezza del pensiero.






