Roma, 15 novembre 2025 – Oggi la Capitale ospita la seconda edizione del Climate Pride, una manifestazione nazionale che vede la partecipazione di circa 10 mila persone, partite da piazzale Aldo Moro per raggiungere largo Preneste, attraversando le vie del quartiere San Lorenzo e il Pigneto. L’iniziativa, promossa da oltre 80 associazioni, movimenti e collettivi, si inserisce nel calendario internazionale di mobilitazioni in concomitanza con la COP30 in corso a Belém, Brasile, e chiede un impegno concreto per la giustizia climatica e sociale.
La protesta e le richieste di Legambiente e WWF

A margine del corteo, Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, ha sottolineato la necessità di un “passo decisivo e concreto per affrontare l’alta crisi climatica”. Ciafani ha rivolto un appello esplicito al governo guidato da Giorgia Meloni affinché “liberi le energie rinnovabili da iter autorizzativi troppo lenti e da una burocrazia che frena lo sviluppo delle fonti pulite”. “Siamo in piazza anche con le pale eoliche – ha aggiunto – per ricordare che la transizione energetica si fa nei territori e va accompagnata, non contrastata”.
In vista della manifestazione pro-auto convocata per domani sempre a Roma, Ciafani ha espresso un giudizio critico, osservando che “è una protesta che vediamo tutti i giorni in questa città, dove ci sono più automobili che spazio fisico. Le conseguenze le pagano pedoni, ciclisti e chi si muove in modo più indifeso”. Per una città più vivibile, ha proseguito, è necessario “ridurre il numero di auto, potenziare il trasporto pubblico e diminuire gli spazi dedicati alle vetture”.
Sulla stessa linea, Dante Caserta, vicepresidente di WWF Italia, ha richiamato l’attenzione sull’urgenza di misure rapide e giuste in vista della COP30. Caserta ha definito “quasi un’offesa” la manifestazione indetta da Fratelli d’Italia “per difendere l’uso dell’auto”, ricordando che a Roma l’auto è spesso un obbligo a causa delle carenze nel trasporto pubblico. Critico anche sul bilancio climatico degli ultimi tre anni sotto il governo Meloni, Caserta ha affermato: “Non abbiamo visto un impegno adeguato: si sono date risposte parziali agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, ma siamo lontani da ciò che sarebbe necessario”.
Il Climate Pride e la COP30: un richiamo globale
Il Climate Pride si inserisce nel contesto delle mobilitazioni internazionali che accompagnano la COP30, la trentesima Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici organizzata dalle Nazioni Unite e in corso a Belém, in Brasile. L’Italia partecipa attivamente ai negoziati, che quest’anno si tengono nel cuore dell’Amazzonia, con l’obiettivo di rafforzare il multilateralismo e promuovere un accordo globale ambizioso per la riduzione delle emissioni e la finanza climatica.
La manifestazione romana si propone di rilanciare il dibattito su clima, biodiversità e transizione ecologica giusta, chiedendo un forte impegno dei governi e dell’Unione Europea affinché si abbandoni definitivamente il modello di sviluppo basato sulle fonti fossili. Tra le rivendicazioni, il potenziamento delle energie rinnovabili, il sostegno alle comunità più vulnerabili e la destinazione di risorse alla sicurezza dei territori.
La Cgil, che ha aderito alla mobilitazione, ha evidenziato come la transizione ecologica debba essere “fondata sul lavoro dignitoso, sui diritti e sull’equità sociale”, sottolineando l’interconnessione tra giustizia climatica, occupazione e redistribuzione delle risorse. Il Climate Pride richiama inoltre l’attenzione sulla necessità di pace e rispetto dei diritti umani, denunciando il legame tra conflitti e dipendenza dai combustibili fossili.
Fino alle 20 di oggi, il traffico in molte delle vie interessate dal corteo sarà limitato o deviato, per garantire lo svolgimento della manifestazione che unisce impegno civile, arte e musica per sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici sull’urgenza di un cambiamento radicale e sostenibile.






