La crisi arbitrale italiana ha assunto contorni strutturali, ben oltre la singola svista o l’occasionale episodio controverso. La Serie A, che avrebbe dovuto beneficiare dell’apporto tecnologico del Var come strumento di correzione e di giustizia, oggi appare ostaggio di decisioni contraddittorie, protocolli piegati all’interpretazione e interventi che sembrano complicare anziché chiarire. L’ultimo cortocircuito, consumatosi a San Siro durante Milan–Lazio, è diventato simbolo di una deriva che la classe arbitrale non sembra più in grado di controllare.
Var, il caso di San Siro: un episodio, tre decisioni
Nell’azione incriminata il Var, guidato da Di Paolo, segnala un presunto fallo di mano di Pavlovic. L’arbitro Collu viene richiamato ma, dopo la revisione, decide di annullare il rigore individuando un precedente fallo di Marusic.
Risultato paradossale: rigore tolto e neppure il calcio d’angolo assegnato alla Lazio.

Dalle analisi condotte a Lissone emerge una tesi chiara: il tocco del difensore non era punibile, complice gomito vicino al corpo, distanza minima e deviazione del pallone. Secondo protocollo, sarebbe bastato un silent check o, al limite, una on field review per confermare la non sanzionabilità.
Rocchi amareggiato e pronto a cambiare linea
L’episodio ha lasciato il designatore Gianluca Rocchi scosso e amareggiato. Dopo l’ascolto degli audio, la linea dell’AIA cambia registro: “La complessità ha fallito”.
Fine delle interpretazioni filosofiche, fine degli esperimenti.
Il ritorno alla “semplicità” sarà ribadito già al prossimo raduno di Coverciano e, soprattutto, nel briefing Var del sabato mattina a Lissone. Di Paolo si fermerà per qualche giornata.
Errori in serie: il Var da risorsa a zavorra
San Siro è solo l’ultimo tassello di una lunga sequenza. Le Fonti interne alla CAN, infatti, parlano di una situazione sempre più al limite e di un Var che ha cambiato ben poco: “Chi era poco dotato in campo, continua ad esserlo anche davanti a un monitor”.
Una frase che suona come un atto d’accusa definitivo.
Mauro attacca: “Il Var è dannoso, i calciatori scioperino”
Sul versante mediatico irrompe Massimo Mauro, da anni critico nei confronti del Var. “L’ennesimo caso Var, avvenuto in coda a Milan–Lazio, per me non è una soddisfazione ma una sconfitta. Sei anni fa non sono riuscito a farmi ascoltare quando affermavo quello che ora dicono tutti: il Var è dannoso per il calcio. Se fermi l’immagine sono tutti rigori, tutti falli”.
Secondo Mauro, l’arbitro di San Siro avrebbe potuto ribaltare la narrativa: “Bastava dicesse: ho visto bene, è calcio d’angolo”.
La proposta è drastica: sciopero dei giocatori contro il Var, mantenendolo solo per fuorigioco e goal-line technology: “Uno sciopero sarebbe il segnale più forte, perché i calciatori tutelerebbero il gioco che consente loro di diventare ricchi e famosi divertendosi. E penso che abbiano il dovere di farlo”.






