L’Italia prova finalmente a cambiare passo sul fronte degli stadi. Dopo anni di rinvii, polemiche, ricorsi e progetti rimasti sulla carta, il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi conferma che il governo sta lavorando su dodici interventi distribuiti in tutto il Paese. “La sensibilità c’è sempre stata, ora serve trasformarla in agenda”, ha dichiarato a Sky TG24. L’obiettivo: aprire almeno tre cantieri entro il 2026 e lasciare alle amministrazioni future un percorso già avviato in vista di Euro 2032, il grande acceleratore dell’intero processo. Ma la strada è ancora lunga e in alcuni casi accidentata. Ecco il quadro completo.
Milano: il nuovo San Siro prende forma
Il progetto più avanzato è quello di Milano, dove Inter e Milan hanno ottenuto un primo finanziamento da 354 milioni di euro per l’acquisto del Meazza e l’avvio del nuovo impianto. Il Consiglio comunale ha approvato la vendita il 30 settembre 2025 per 197 milioni, sbloccando una trattativa che durava da anni.
Il nuovo stadio sorgerà nell’area dei parcheggi: i lavori inizieranno nel 2027, l’inaugurazione è prevista nel 2031, mentre l’attuale Meazza sarà demolito gradualmente lasciando in piedi solo il simbolico settore sud-est.
Stadio della Roma a Pietralata
Il club giallorosso punta a un impianto da 55.000 posti, ampliabili a 62.000, con la “curva più grande d’Europa”. La documentazione finale sarà presentata in autunno e l’obiettivo è completare tutto entro il 2028, affiancando così l’Olimpico come seconda sede cittadina per l’Europeo.

Lazio sul Flaminio: il progetto più complicato
Claudio Lotito continua a spingere per trasformare il Flaminio in uno stadio da 50.500 posti, ma i vincoli sulla storica struttura di Nervi e le perplessità istituzionali rendono il percorso molto tortuoso. L’investimento previsto è di 438 milioni con concessione da 99 anni.
Cagliari: il nuovo stadio “Gigi Riva”
Avanza spedito il progetto del nuovo Sant’Elia, ribattezzato Gigi Riva, da 30.000 posti. Oltre al calcio, ospiterà altre discipline sportive, aree commerciali, un museo, un hotel da 72 camere e un centro commerciale. La Conferenza di Servizi ha dato il via libera ambientale, rendendo Cagliari una delle città più credibili per Euro 2032.
Napoli: il nodo Maradona e il rischio esclusione da Euro 2032
Il ministro Abodi è chiaro: “Stento a credere a un Europeo senza Napoli, ma oggi il rischio c’è”. Il Comune punta a ristrutturare lo Stadio Maradona in stile “Maracana”, ampliandolo fino a 70.000 posti. La vera incognita riguarda i fondi: entro luglio 2026 dovrà essere presentato un progetto definitivo.
Firenze: il Franchi verso il 2026
La Fiorentina procede con l’ammodernamento del Franchi, il progetto meno radicale tra i grandi cantieri. La nuova Curva Fiesole sarà pronta nell’estate 2026. Restano però da reperire 30-40 milioni per completare la parte commerciale e le finiture, fondi che potrebbero arrivare dal Governo o tramite project financing.

Venezia: il Bosco dello Sport
Nel capoluogo lagunare proseguono i lavori del nuovo stadio comunale da 18.500 posti, inserito nel maxi-polo del Bosco dello Sport, uno dei progetti urbanistici più ambiziosi del Nordest.
Stadi Como, Empoli, Parma: restyling a ritmi diversi
- Como: accordo con il Comune per il restyling del Sinigaglia, progetto affidato a Populous, conclusione prevista nel 2028;
- Empoli: ammodernamento del Castellani da 56-58 milioni, lavori al via tra fine 2025 e inizio 2026, capienza ridotta a 17.800 posti;
- Parma: addio all’idea di demolizione totale del Tardini, si va verso una ristrutturazione graduale con avvio nel 2026.
Stadi Genova, Bari, Verona: tutto fermo
Situazione di stallo in tre piazze importanti:
- Genova: la sindaca Salis vuole mantenere la proprietà pubblica del Ferraris, ma i costi per i club restano un nodo irrisolto;
- Bari: la FIGC ha individuato 130 criticità nello stadio San Nicola, rendendo la candidatura a Euro 2032 molto fragile;
- Verona: il Bentegodi resta così com’è; la nuova proprietà non spinge per un nuovo impianto e il Comune si limita a interventi minori.
Stadi italiani: un piano ambizioso, tra accelerazioni e incognite
L’Italia prova dunque a recuperare decenni di ritardi strutturali con un pacchetto di interventi che, se realizzato, ridisegnerà completamente la geografia degli stadi di Serie A. Ma restano due incognite decisive: i tempi — spesso condizionati da burocrazia e vincoli — e le risorse, variabili da città a città.
Euro 2032 rappresenta un’opportunità irripetibile. E il 2026, quando secondo il ministro Abodi apriranno i primi grandi cantieri, sarà l’anno della verità.






