Nel corso della storia della Chiesa cattolica, quattordici pontefici hanno scelto il nome Leone, uno dei più evocativi nella tradizione pontificia. Associato all’idea di forza, vigilanza e regalità, questo nome è stato spesso ripreso in onore di Leone I Magno, il primo e più illustre tra questi papi, simbolo stesso dell’autorità e della grandezza papale. Ieri, giovedì 8 maggio 2025, Robert Francis Prevost è diventato il quattordicesimo Papa a portare avanti questa lunga tradizione. Scopriamo quali sono stati i suoi predecessori e per quali ragioni sono passati alla storia.
San Leone I Magno (440–461): Il difensore della fede e di Roma
San Leone I, detto Magno, fu papa dal 440 al 461. È ricordato come uno dei più influenti pontefici della storia, proclamato Dottore della Chiesa. Rafforzò in modo decisivo il ruolo del vescovo di Roma come guida spirituale dell’intera cristianità. La sua opera teologica culminò nel Tomo a Flaviano, un documento fondamentale per il Concilio di Calcedonia, che affermò la doppia natura, umana e divina, di Cristo. È celebre anche per l’incontro con Attila, re degli Unni, che nel 452 venne dissuaso dallo stesso pontefice dal saccheggiare Roma. La figura di Leone I divenne così il modello ideale di autorità morale e diplomatica del papato.
Leone II (682–683): Un pontefice di transizione
Leone II, in carica dal 682 al 683, fu un papa di origine siciliana. Il suo breve pontificato si distinse per l’attenzione alle questioni liturgiche e linguistiche, sostenendo l’introduzione del greco nella liturgia accanto al latino, in un tempo in cui l’unità linguistica della Chiesa era ancora fluida. Fu anch’egli canonizzato, sebbene la sua figura sia oggi meno conosciuta.
San Leone III (795–816): Colui che incoronò Carlo Magno
San Leone III, papa dal 795 all’816, lasciò un segno indelebile nella storia europea per aver incoronato Carlo Magno come imperatore del Sacro Romano Impero nella notte di Natale dell’anno 800. Quel gesto sancì simbolicamente la rinascita dell’Impero d’Occidente e rafforzò il legame tra autorità spirituale e potere temporale, gettando le basi per un secolare equilibrio tra trono e altare.
San Leone IV (847–855): Il costruttore delle mura leonine
San Leone IV, in carica dal 847 all’855, guidò la ricostruzione di Roma dopo le devastazioni dei pirati saraceni. Per proteggere la città, fece costruire una poderosa cinta muraria attorno alla basilica di San Pietro e al Vaticano, le cosiddette mura leonine, che ancora oggi danno il nome a uno dei quartieri romani più iconici. Il suo pontificato è ricordato per il coraggio e la determinazione nella difesa della cristianità.
Leone V (903): Un pontificato effimero
Leone V fu papa per pochissimo tempo nel 903, prima di essere deposto da Cristoforo, un pretendente considerato poi antipapa. Il suo pontificato, seppur fugace, riflette la forte instabilità politica e l’influenza delle aristocrazie romane sul papato in quel periodo.
Leone VI (928–929): Un papa nell’ombra
Leone VI, pontefice dal 928 al 929, governò in un’epoca segnata da turbolenze politiche e forte ingerenza delle potenti famiglie romane nei confronti del papato. La sua figura, oggi poco nota, si inserisce in un periodo spesso definito come la “pornocrazia”, caratterizzato da decadenza morale e dominio aristocratico.
Leone VII (936–939): Riforme monastiche e tolleranza religiosa
Leone VII, in carica dal 936 al 939, cercò di riformare la vita monastica e spirituale della Chiesa. Collaborò con Ottone I di Sassonia e sostenne la riforma benedettina, contribuendo a rafforzare l’autorità morale del papato, seppur in un contesto ancora fragile sul piano politico.
Leone VIII (963–965): Una figura controversa
Leone VIII, il cui pontificato si colloca tra il 963 e il 965, è una figura controversa. Fu eletto sotto la forte pressione dell’imperatore Ottone I, mentre il papa legittimo era ancora vivente. Considerato inizialmente un antipapa, fu poi riabilitato e oggi è incluso nella lista ufficiale dei pontefici. La sua vicenda riflette la crescente ingerenza imperiale nella vita della Chiesa nel X secolo.
San Leone IX (1049–1054): Il riformatore e lo scisma d’Oriente
San Leone IX, papa dal 1049 al 1054, è una figura di grande rilievo. Di origine alsaziana, fu uno dei promotori della riforma della Chiesa che avrebbe portato alla riforma gregoriana. Sotto il suo pontificato si consumò anche la dolorosa frattura con la Chiesa d’Oriente: nel 1054 si verificò il Grande Scisma, che sancì la separazione tra cattolici e ortodossi, le cui conseguenze sono tuttora visibili.
Leone X (1513–1521): Il papa rinascimentale e la Riforma
Leone X, in carica dal 1513 al 1521, fu uno dei pontefici più rappresentativi del Rinascimento. Appartenente alla potente famiglia dei Medici, era figlio di Lorenzo il Magnifico. Il suo pontificato fu segnato dal fasto e dal mecenatismo: sotto di lui Roma conobbe una nuova fioritura artistica. Tuttavia, il suo nome è indissolubilmente legato anche all’inizio della Riforma protestante: fu lui a scomunicare Martin Lutero nel 1520, dopo che questi aveva affisso le sue 95 tesi a Wittenberg. Leone X rappresenta così il contrasto tra il massimo splendore culturale e la profonda crisi spirituale del papato.
Leone XI (1605): Il “papa lampo”
Leone XI, eletto nel 1605, fu papa per soli 27 giorni, guadagnandosi il soprannome di “papa lampo”. Anch’egli proveniva dalla famiglia Medici ed era nipote di Leone X. La sua morte improvvisa, avvenuta poco dopo l’inizio del pontificato, non gli permise di lasciare un’impronta significativa nella storia della Chiesa.
Leone XII (1823–1829): Un papa conservatore
Leone XII, pontefice dal 1823 al 1829, fu un papa conservatore, ostile al liberalismo e alle istanze moderne. Rafforzò la censura e la disciplina ecclesiastica, cercando di contrastare l’influenza delle idee illuministe e rivoluzionarie. Il suo pontificato si svolse in un momento in cui il potere temporale del papa era ancora saldo, ma sempre più contestato.
Leone XIII (1878–1903): Il papa della dottrina sociale
Leone XIII, uno dei pontefici più importanti del XIX secolo, fu in carica dal 1878 al 1903. Uomo di grande cultura e visione diplomatica, con la sua enciclica Rerum Novarum del 1891 pose le basi della moderna Dottrina sociale della Chiesa, affrontando temi come il lavoro, la giustizia sociale e i diritti dei lavoratori. Tentò di riavvicinare la Chiesa al mondo moderno, aprendo un dialogo con le nuove ideologie e riconoscendo le sfide poste dalla modernità. Fu anche il primo papa a essere fotografato e registrato, simbolo di un papato che entrava ormai nel XX secolo.






