Il servizio postale danese ridisegna il suo futuro, puntando esclusivamente all’ottimizzazione della logistica dei pacchi
Dopo quattrocento anni di servizio, l’azienda danese PostNord cambia direzione e dice addio alla consegna di lettere cartacee, scegliendo di focalizzare la sua attività esclusivamente sulla logistica dei pacchi. Dal lontano 1624, quando il re Cristiano IV donò ai danesi un servizio postale nazionale come regalo di Natale, il panorama delle comunicazioni è cambiato radicalmente. Con l’avvento della digitalizzazione, anche i servizi postali hanno dovuto evolversi e adattarsi alle continue trasformazioni del modo di comunicare e acquistare dei cittadini. Dall’inizio degli anni 2000, si è registrato un declino notevole nell’invio di corrispondenza cartacea. E-mail, sms, social network e app di messaggistica hanno offerto alternative più veloci ed economiche alle tradizionali cartoline e lettere. Una parabola decrescente che oggi spinge aziende storiche come PostNord a ripensare completamente la propria strategia.
L’azienda, controllata per il 60% dalla Svezia e per il 40% dalla Danimarca, ha dichiarato in un comunicato che dal 1° giugno 2025 inizieranno a rimuovere 1.500 cassette postali attualmente presenti nel Paese.
“I danesi sono diventati sempre più digitali, e ciò che una volta veniva inviato per lettera viene ora ricevuto digitalmente dalla stragrande maggioranza delle persone. Ciò significa che in Danimarca sono rimaste poche lettere. In effetti, i volumi delle lettere sono diminuiti di oltre il 90% dal 2000 e continuano a diminuire rapidamente”, si legge sul sito del servizio postale danese. “D’altra parte, i danesi fanno shopping online come mai prima d’ora. Ciò significa che c’è una crescente necessità di consegne rapide e ottimali di consegna dei pacchi, e noi di PostNord siamo ben attrezzati. Ecco perché ora ci stiamo concentrando su come diventare ancora migliori dove i danesi hanno più bisogno di noi – sui pacchi”.
La digitalizzazione dei mercati e il boom dell’e-commerce hanno determinato un calo superiore al 90% nei volumi di lettere gestiti da PostNord Danmark tra il 2000 e il 2024, un dato ormai impossibile da ignorare. Nel tempo anche le comunicazioni istituzionali hanno abbandonato la carta. La maggior parte dei documenti ufficiali infatti vengono inviati ai cittadini tramite il servizio di posta elettronica governativa Digital Post.
Inoltre, l’introduzione di una riforma legislativa che ha liberalizzato il mercato postale ha contribuito alla fine di un monopolio ultrasecolare. Ciò ha comportato per PostNord la perdita di un importante sussidio statale annuale, che veniva concesso in cambio dell’obbligo di garantire la consegna della posta a tariffe uniformi su tutto il territorio nazionale. Di conseguenza, ha provocato un aumento dei costi di spedizione e un ulteriore crollo del volume di lettere inviate. Solo nel 2024, l’azienda ha registrato perdite di 620 milioni di corone svedesi (oltre 56 milioni di euro). Già l’anno precedente, lo Stato era stato costretto a sborsare circa 20 milioni di euro per sostenere il servizio postale universale di base – principio sancito anche dal diritto dell’Unione Europea.
Anche se la tradizione della posta cartacea è in declino, la decisione di PostNord non segna la fine definitiva delle lettere cartacee in Danimarca. A colmare il vuoto che PostNord lascerà, ci penseranno alcune aziende private, come Dao, che ha già vinto un appalto pubblico per la consegna della posta. L’obbligo di avere una cassetta postale resterà in vigore anche dopo il 31 dicembre 2025, e queste continueranno a essere utilizzate sia per la ricezione delle lettere che per i pacchi di piccole dimensioni.
Di fronte al peso economico di un servizio postale sempre più oneroso, un simile destino a quello della Danimarca potrebbe presto toccare anche ad altri Paesi europei. In Germania, Deutsche Post ha annunciato il licenziamento di circa 8.000 dipendenti, mentre nel Regno Unito la Royal Mail, alle prese con l’avanzata del digitale, sta valutando di ridurre la consegna delle lettere a giorni alterni per contenere le perdite.
Anche in Italia il futuro della posta tradizionale appare evidente. Solo nella provincia di Torino, Poste Italiane ha registrato un crollo della corrispondenza cartacea del 60% negli ultimi quindici anni. Durante un’audizione alla Commissione Trasporti, nel settembre 2024, l’amministratore delegato Matteo Del Fante ha annunciato che nel 2026 la società potrebbe rinunciare al servizio postale universale. Questo significherebbe la fine della gestione di lettere, raccomandate e bollettini. Se, dopo aprile 2026, Poste Italiane deciderà davvero di non rinnovare l’accordo con lo Stato, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy dovrà indire una gara pubblica per individuare un nuovo operatore incaricato di garantire il servizio postale universale a tutti i cittadini.
Articolo di Nicoletta Totaro






