Il nuovo report Plastic Pull 2025, basato sull’analisi di un campione tracciato di 125,6 tonnellate di rifiuti, ribalta una convinzione radicata: le città italiane risultano essere le aree con la maggiore concentrazione di rifiuti abbandonati, superando perfino spiagge e parchi. La mappatura, elaborata da Piantando dopo tre anni di monitoraggi e 303 iniziative di raccolta, mostra come sia proprio nei centri abitati che si registra il primato negativo.
Dove si accumulano più rifiuti
Secondo i dati, oltre metà del campione complessivo – 62,57 tonnellate – proviene da strade, marciapiedi, parchi urbani e periferie, a conferma di una criticità che si manifesta soprattutto dove il cemento è predominante.

Le aree verdi, come boschi e sentieri, rappresentano la seconda categoria più colpita con 38,39 tonnellate, mentre le zone costiere, spesso percepite come il fulcro dell’emergenza ambientale, risultano meno impattate nel campione esaminato.
Le responsabilità quotidiane secondo Piantando
Per Andrea Evangelista, cofondatore di Piantando, i dati raccontano molto più di una statistica: indicano un problema culturale prima ancora che ambientale.

Evangelista osserva come il gesto di abbandonare un sacchetto sul marciapiede rifletta la mancanza di rispetto verso il territorio in cui viviamo. Una battaglia che, sottolinea, parte dalla vita di tutti i giorni e non riguarda solo le operazioni di bonifica, ma anche la consapevolezza civica.
Il metodo Plastic Pull e la certificazione dei dati
Uno degli elementi distintivi del progetto è la metodologia di tracciabilità sviluppata da Plastic Pull, ispirata agli standard internazionali e alle linee guida ISO. Ogni chilogrammo raccolto viene registrato, classificato e verificato attraverso un processo multilivello che garantisce la massima trasparenza. Soltanto dopo la validazione definitiva l’attività viene considerata “certificata”, con dati non modificabili.
L’impatto delle raccolte di rifiuti
In tre anni, il progetto ha permesso di rimuovere e certificare oltre 257 tonnellate di rifiuti, grazie al coinvolgimento di 6.745 volontari in 303 giornate di pulizia. Il campione analizzato mostra una composizione in cui indifferenziato e ingombranti rappresentano l’86,7% dei materiali raccolti. Un dato che evidenzia come l’emergenza non riguardi solo la plastica, ma anche oggetti di grandi dimensioni e materiali misti abbandonati in violazione delle norme sui RAEE.
Dalla raccolta al beneficio climatico
Plastic Pull non si limita alla rimozione dei rifiuti: attraverso una metodologia scientifica proprietaria, calcola la quantità di CO₂ equivalente non rilasciata in atmosfera grazie al riciclo e al corretto smaltimento dei materiali recuperati. Ogni intervento diventa così un’azione climatica concreta e misurabile, trasformando un gesto di volontariato in un beneficio ambientale quantificato.

